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L’ecosistema ci ha sempre condizionato, cambiandoci. Le nostre migrazioni, sin dall’inizio dei tempi dell’umanità, sono state dettate dall’ambiente circostante. I cosiddetti “profughi ambientali” sono sempre esistiti. Questo perché «migrare non è peccato. Si è sempre migrato, migrare ha fatto del bene alla specie», «il diritto di emigrare è il più antico dei diritti naturali». Certo comporta diritti e doveri, ma è qualcosa che non si può mettere in discussione. Prima non vi era consapevolezza del fenomeno, oggi invece sappiamo che molte delle migrazioni sono forzate, spesso dettate dalle nostre modalità di vita che vanno a distruggere una parte del pianeta costringendo chi vi abita a scappare. Calzolaio racconta la storia delle migrazioni seguendo il processo evolutivo, sottolineando
Il libro, di non sempre facile lettura, si conclude facendo una panoramica di quel che accade oggi e cercando di prevedere cosa potrebbe accadere domani. In quanto sapiens, molto dipende anche da noi…
Valerio Calzolaio
Migrazioni forzate di ieri, di oggi e di domani
Nda Press – 2016
pp. 230 – € 12,00
«È una lettura da militanti e ne abbiamo bisogno». Accompagnato da questa consapevolezza, svelata dall’introduzione, comincia il libro di Viale. Un testo che raccoglie articoli, interventi e note di lavoro dell’autore, scritti di questi ultimi dieci anni, che mostrano l’involuzione della politica e dell’Europa. Entrambe troppo preoccupate dalla crisi economica per potersi “permettere” di intervenire davvero sul tema della migrazione.
Da qui le risposte, ieri come oggi: respingimenti, campi di internamento permanente di varie forme e dimensioni, pattuglie e reti, muri e steccati. Decisioni che evocano il buio del passato: ieri erano gli ebrei, oggi i migranti. E allora? Allora Viale propone di ridisegnare i confini dell’Europa, non sulla cartina ma nella «nostra rappresentazione mentale». A imporcelo sono coloro che arrivano e la necessità di cambiare rotta, di rivedere radicalmente i meccanismi che regolano economia e società e che chiedono nuove forme di partecipazione.
Guido Viale
Rifondare l'Europa con profughi e migranti
Prefazione di don Virginio Colmegna
NdA Press – 2016
pp. 182 – € 18,00
A dominare la scena dell’informazione è spesso la guerra, ma esistono diverse modalità di scrivere e raccontare i conflitti, cercando di leggere in profondità quel che avviene, sfuggendo le semplificazioni o provando a riflettere su realtà e obiettivi, contraddizioni e possibilità che nascono nei Paesi che vivono lo scontro.
Questo libro, che mette insieme scritti di diversi autori, fornendo una ricca documentazione, propone una modalità: il giornalismo di pace, un fare informazione che mira alla trasformazione nonviolenta della realtà, proprio attraverso il racconto, tramite un progetto costruttivo. È questo il suo nobile fine, che lo porta ad appropriarsi di un ruolo sociale di costruzione di una nuova realtà. «Proprio quando tutto è sbilanciato a favore del giornalismo di guerra, il giornalismo di pace può contare sul supporto latente di molti uomini e moltissime donne. Come Davide contro Golia, può vincere contro ogni probabilità».
A cura di Nanni Salio e Silvia De Michelis
Giornalismo di pace
Edizioni Gruppo Abele – 2016
pp. 269 – € 16,00
Il libro è di qualche anno fa, ma le storie che vi si leggono sono quanto mai attuali, perché danno voce a un mondo femminile, quello arabo, spesso raccontato per stereotipi, per luoghi comuni che non hanno nulla (o poco) a che fare con quel che accade. Il testo parte dalle cosiddette primavere arabe, dal protagonismo delle donne nelle piazze per arrivare ai giorni nostri, per giungere alla voglia di cambiamento delle arabe oggi, non solo nei propri Paesi di origine, ma anche qui, in Europa e in Italia.
Una volontà che spesso non appare, perché si rimane aggrappati a vecchi modi di raccontare e non si riesce a vedere il moto che anima il femminile in questo tempo. Un moto che va al di là del Mediterraneo e che va condiviso con altre donne, anche italiane, perché la rivendicazione dei diritti non conosce religione né cultura, è voce di una cittadinanza che riguarda tutte e tutti.
Leila Ben Salah, Ivana Trevisani
Le donne arabe in rivoluzione.
Mille fuochi di voci, di gesti e di storie di vita
Poiesis – 2013
pp. 187 – € 16,00
Il Sinodo visto dall’ultimo banco di un’aula in cui i religiosi discutono di famiglia (in modo astratto), senza avere uno sguardo storico, tenendo (ancora una volta) le donne «relegate in ruoli marginali e subordinati, senza mai aprirsi all’ascolto della loro voce nei momenti delle decisioni importanti». È questo ciò che racconta Scaraffia, sottolineando come questa esclusione vada di pari passo con l’esaltazione e continua evocazione del “genio femminile”, e come dimentichi che il cristianesimo è stata «la prima religione che ha dato lo stesso valore spirituale alle donne e agli uomini».
Il “genio femminile”, benché esaltato, deve stare in una posizione secondaria. E poco importa se la storia mette in luce figure come Caterina da Siena, Ildegarda, Teresa d’Avila, o se i Vangeli raccontano il ruolo delle donne e il modo rivoluzionario in cui Gesù entrò in rapporto con loro.
La Chiesa questo protagonismo non lo riconosce, lo scansa. Ma la presenza femminile nella Chiesa continua a esserci e non si potrà far finta di non vederla in eterno.
Lucetta Scaraffia
La Chiesa, le donne, il sinodo
Prefazione di Corrado Augias
Marsilio – 2016
pp. 109 – € 12,50
La foto della ragazza marocchina, appesa sopra la scrivania di Etty Hillesum ad Amsterdam, prende vita nel libro di Karima Berger.
L’autrice algerina le dà voce, creando un dialogo intimo tra le due donne, al di là del tempo. Perché le vite delle due sono mescolate da una sorellanza che le tiene insieme. Di più, da una riconoscenza: per la giovane marocchina le parole di Etty sono «come un balsamo» che consola, ripara, fa meditare, tanto da spingere l’autrice a scrivere «grazie a te vivo più di quanto avrei dovuto vivere».
Perché le parole di Etty Hillesum sono destinate a diventare un tetto per chi cerca riposo dai pensieri e dai tormenti, destinate a essere rinforzo dell’anima quando ci si sente in trappola, angosciate. Tanto da far sì che, nonostante lo scorrere del tempo, le sue pagine «respirano, emanano un odore soave, un profumo d’anima».
Un profumo che richiama le anime attente.
Karima Berger
Anime attente. Dialogo con Etty Hillesum
Paoline – 2015
pp. 176 – € 16,00