In un’intervista a La Stampa disse: «Ormai in Sudafrica viviamo in una cultura della corruzione, che minaccia l’intero tessuto sociale e nazionale. I responsabili, purtroppo, sono proprio i leader che hanno preso il posto di Mandela. Basti pensare al presidente Zuma, e al palazzo imperiale che si è fatto costruire con i soldi dei contribuenti, per la residenza personale nel proprio stato. Questa avidità per certi versi è comprensibile, perché è ovvio che dopo tanti decenni di repressione e privazioni, la gente voglia togliersi qualche soddisfazione. Però una simile corsa ai posti di potere, e al loro sfruttamento attraverso la corruzione, mi ha sorpreso e ha certamente deluso Madiba».Parole cariche di denuncia e di affetto quelle di Nadine Gordimer verso la causa da sempre portata avanti, quella contro la discriminazione razziale e i conflitti di potere nel suo Paese.
La vita. Il 14 luglio a Johannesburg è mancata Nadine Gordimer, dopo una lunga malattia, nella casa che aveva offerto a Mandela e De Klerk per negoziare il post-apartheid, dopo che Madiba era stato liberato. Classe 1923, figlia di un gioielliere ebreo di origine lituana e da madre ebrea inglese, ha sempre vissuto a Springs, un sobborgo di Johannesburg, nel Transvaal. Ha fatto nascere la letteratura sudafricana moderna, insieme ad Alan Paton, Dan Jacobson e a Jack Cope. Oltre a militare nell’African national congress, fece parte della generazione della rivista Drum, che racconto nel suo romanzo Un mondo di stranieri, sulla diversità etnica in un’epoca di razzismo e chiusura politica.
Le opere. Un mondo di stranieri è il primo suo romanzo a comparire in lingua italiana nel 1961. Feltrinelli è la casa editrice che pubblicato la maggior parte delle sue opere, tra cui Occasione d'amore, Un ospite d'onore e Il conservatore - premio Man Booker Prize nel 1974 -, Luglio, Una forza della natura e Storia di mio figlio, fino al recentissimo Racconti di una vita, uscito pochi mesi fa. Il prossimo 15 ottobre uscirà il libro postumo Tempi da raccontare, una raccolta di saggi, articoli, e conferenze scritti da Nadine Gordimer nell’arco di mezzo secolo, per Feltrinelli. Tradotto da Valeria Gattei, è un documento della storia politica e sociale del XX secolo e insieme quanto di più vicino ci possa essere all’autobiografia della scrittrice.
Nadine Gordimer nel 1991 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura «per essere stata di enorme beneficio all’umanità grazia alla sua scrittura magnifica ed epica», e nel 2007 premiata per la Lettura con il Premio Grinzane Cavour. Lascia un vuoto come donna di cultura, impegnata durante e dopo l’apartheid in Sudafrica, nella settimana dove si ricorda il Mandela Day (18 luglio).
Le sue opere sulla questione della segregazione razziale rimarranno un esempio di impegno politico e civile immortale.