In piazza ci sono tanti e tante giovani, cittadini e cittadine dell’Iran. Molte sono giovani fuggite all’inizio della repressione, altre studiano da tempo in Italia; oggi sfidano la pioggia e il freddo per affiancare familiari, amici e amiche che in Iran manifestano sfidando proiettili, torture e anche la condanna a morte. E pensare che l’Iran nel 1948 ha firmato la Dichiarazione universale dei diritti umani! C’è chi offre una rosa a chi arriva per esprimere vicinanza, altri e altre tengono alti cartelli con i volti e i nomi delle giovani vittime iraniane, e anche di Aida Rostami la donna medico di 36 anni uccisa perché curava le manifestanti.
Davanti ...
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