Con il passare delle ore diventa sempre più drammatico il bilancio delle vittime dell’ennesimo naufragio di una imbarcazione carica di migranti che è avvenuto tra il 13 ed il 14 giugno a Pylos, nel mar Ionio, nelle acque territoriali greche.Il timore è quello di arrivare a dover contare più di 600 morti tra uomini, donne e soprattutto bambini lasciati annegare, e soccorsi in estremo ritardo.L’allarme lanciato da Alarm Phone alle autorità competenti (guardia costiera della Grecia, UHNCR Grecia e Frontex) è partito alle 16.53 del 13 Giugno e alle 2.47 del 14 giugno si registra l’ora del naufragio dell’imbarcazione.La domanda &eg...
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Piuttosto che cercare soluzioni, in Italia si preferisce giocare alla battaglia navale esasperando toni e situazioni, con l'epilogo che tutti abbiamo visto in queste ore.
Sbaglia chi si scaglia contro la comandante della nave Sea Watch 3, Carola Rackete, accusandola di aver intenzionalmente speronato la motovedetta della Guardia di Finanza che impediva l’attracco della nave. Sarà la magistratura a stabilire come sono andate le cose e chi davvero abbia forzato la mano in tutta questa vicenda.
Come istituti e testate missionarie continuiamo a raccontare i drammi da cui origina l’odissea di chi parte in cerca di un futuro oggi negato in troppe parti del mondo, ed esprimiamo...
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Differenze abissali generano rotte impensabili.Ci si potrebbe attendere che le migliaia di migranti soccorsi al largo delle coste libiche provengano esclusivamente dall’Africa.
Eppure la rivista Limes ha riferito di migranti pakistani e bengalesi che arrivano in aereo fino a Tripoli e poi prendono la via del mare su quei famigerati gommoni giganti, di pessima qualità, su cui da alcuni mesi vengono stipate fino a 150 persone.
Perché scegliere una alquanto scomoda e rischiosa traversata in mare dopo un paio di comode tratte in aereo?L’articolo di Limes riflette sulla riorganizzazione del traffico migratorio su scala industriale, ma a noi sovviene anzitutto una doman...
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