Alla vigilia del Tempo del Creato, lo scorso settembre, Papa Francesco ha emesso una profonda intenzione di preghiera affinché le risorse del pianeta non vengano saccheggiate, ma condivise in modo giusto e rispettoso.
Da sempre l’impegno del papa sull'emergenza climatica non ha eguali. In seguito allo stop e alla ripartenza imposte dalla pandemia si può dire sia addirittura aumentato. Ma è un’impresa che non può compiere da solo. Oggi, soprattutto, ha bisogno dell’impegno di tutti i membri della comunità cattolica mondiale.
Nella risposta al coronavirus, i governi hanno investito il doppio dei soldi nei combustibili fossili rispetto alle energie rinnovabili. Ciò significa che si sta continuando sostenere il pericoloso cambiamento climatico, invece di investire il denaro in un’economia alimentata da energia giusta e rinnovabile che sosterrà la nostra casa i nostri figli a lungo termine.
«Stiamo spremendo i beni del pianeta, come se la terra fosse un'arancia», queste parole del pontefice sono diventate una petizione, #ShareNotPlunder che esorta tutte e tutti, i giovani in primis ad abbracciare la condivisione ed evitare di considerare le industrie che non scelgono l’integrazione, non accolgono gli ultimi, non si prendono cura del bene comune né del creato.
Finanziare queste società per continuare le attività come al solito non dovrebbe far parte di una risposta al coronavirus. Non dovrebbe far parte di una prospettiva futura.
Un’apertura considerevole arriva dall’America, dove le recenti elezioni hanno portato alla vittoria un presidente che ha fatto della questione ambientale il maggior punto di distacco rispetto alla precedente amministrazione.
Negli ultimi quattro anni l'America era passata dalla scienza al negazionismo climatico, ma il president-elect Joe Biden si prepara a cambiare le carte in tavola e riprendere la leadership della lotta al cambiamento climatico a livello internazionale. Da pochi giorni infatti ha lanciato una piattaforma dove ha reso note le sue scelte per i prossimi quattro anni: primo tra tutti un piano per una rivoluzione energetica pulita che proteggerà la salute dei cittadini e dell’ambiente.
Il piano prevede, tra le altre cose, lo spostamento dei finanziamenti verso le energie rinnovabili, l’impegno di raggiungere un’economia che permetta emissioni nette pari a zero entro il 2050 e il rientro dell’America come leader e Paese trainante negli Accordi di Parigi per il Clima.
Forse è più facile dirlo che farlo, ma le premesse sono ottime, anche se il tempo a disposizione è ancora poco, noi continuiamo a sperare. Perché c’è un grande ritorno nella squadra, composta da tutte e tutti noi, che ogni giorno contrasta il cambiamento climatico.