Dopo una calorosa accoglienza da parte delle suore, alle 10.30 è incominciata la celebrazione di una messa solenne, presieduta da don Carlo Puricelli, direttore della “Casa Simone di Cirene”, e concelebrata da dodici sacerdoti e da una moltitudine di parenti, amici e amiche della comunità.
Un gruppo di persone della parrocchia ha animato la celebrazione con il canto e don Carlo ha offerto una toccante omelia: ci ha invitato a rispondere con dedizione all’amore donato da Gesù di Nazaret e testimoniato anche da tante Suore missionarie comboniane in 150 anni di vita dell’istituto. Ha ricordato anche suor Maria De Coppi, uccisa in Mozambico il 6 settembre scorso: lei che ha espresso l’amore di Cristo fino a dare la vita.
Terminata la celebrazione, abbiamo continuato in giardino, con l’inaugurazione della statua di san Daniele Comboni.
Anche la natura ci ha aiutato: la pioggia ha smesso di cadere e noi abbiamo potuto cantare all’unisono l’inno "Nigrizia o morte!" mentre suor Alzira Neres, superiora della comunità, scopriva la statua. Eravamo quasi 220 persone. Che meraviglia!
Abbiamo continuato con il canto: «Africa, Africa!… Posso morire, ma la mia opera non morirà».
Dopo 150 anni l’opera di Comboni è ancora viva, e sempre più internazionale.
La festa è continuata condividendo il pranzo nella gioia e serenità.
È stata proprio una bella ricorrenza di “famiglia”, per celebrare san Daniele Comboni e 150 anni delle sue “figlie”, nostre care amiche.