Giovedì, 29 Agosto 2019 08:50

In attesa del “bene” possibile

L’economia continua a non attirare l’interesse dei più, 
forse perché ritenuta materia da addetti ai lavori comunicata 
con linguaggi incomprensibili. Senza spazio per liberare appieno 
le sue potenzialità, languisce nella gabbia che gli economisti 
più influenti le hanno costruito attorno: formule matematiche, 
più che parole di vita. Si tratta però di un pregiudizio 
da sfatare, perché l’economia è stata sempre intrecciata 
al “ben-essere” dell’umana esistenza

Ogni società prospera soltanto se riesce a valorizzare le sue risorse, umane e naturali, in una reciprocità di cura fra “natura” e “cultura”. Questa è l’economia “dei popoli”, non quella dei maghi della finanza, e di essa ci dobbiamo riappropriare.

Ridare l’anima 
all’economia
Anche la Chiesa cattolica comincia a darle più attenzione e dal 26 al 28 marzo 2020 convoca ad Assisi un incontro sulla Economy of Francesco. La sede prescelta è la patria del “poverello” autore del Cantico delle creature. Da tutto il mondo arriveranno coloro che studiano e osano sperimentare un’economia diversa, «quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda» – come dice il Papa stesso. A loro egli chiede «un “patto” per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani». L’evento sarà occasione per approfondire l’ecologia integrale presentata da papa Bergoglio nella Laudato si’: «L’ambiente ha urgente bisogno di una economia sana e di uno sviluppo sostenibile che ne guarisca le ferite e ne assicuri un futuro degno».
Sono coinvolte anzitutto le giovani generazioni di ogni fede e anche di “nessuna fede”. Per papa Francesco sono «già profezia di un’economia attenta alla persona e all’ambiente… Le vostre università, le vostre imprese, le vostre organizzazioni sono cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere l’economia e il progresso, per combattere la cultura dello scarto, per dare voce a chi non ne ha, per proporre nuovi stili di vita», quelli all’insegna della sobrietà e della condivisione che alimentano armonia, nel presente e nel futuro. Grazie a borse di studio, anche giovani di Paesi poveri potranno partecipare.

Avviare processi
L’adagio caro a papa Francesco è «avviare processi», soprattutto quelli che trasformino in canto di liberazione il grido degli esseri viventi privati della dignità. All’esordio del suo pontificato aveva dichiarato che l’economia capitalista uccide: ora è tempo di provare a cambiarla. Ad Assisi converranno quasi 500 partecipanti: esperti di fama internazionale e giovani studenti e imprenditori staranno insieme, per esplorare la possibilità di un’altra economia. La proposta è scaturita da Luigino Bruni, docente di Economia politica alla Lumsa di Roma e all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano. Da decenni impegnato a promuovere l’economia civile e di comunione, nel giugno 2018, alla vigilia del Sinodo dei giovani, espone la sua idea al Papa, che l’accoglie con entusiasmo.  Lo stesso Bruni ha scritto estesamente sull’economia avviata da Francesco d’Assisi e dai suoi seguaci. In Europa i primi trattati economici sono frutto della loro risposta ai bisogni della popolazione: hanno avviato i Monti di Pietà per contrastare l’usura e la loro scelta di povertà ha creato l’economia del dono e della condivisione.

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Last modified on Giovedì, 29 Agosto 2019 09:27

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