Dal 15 al 28 agosto poche donne osavano uscire in strada per raggiungere l’aeroporto di Kabul in cerca di scampo, soprattutto se non avevano un burqa a portata di mano. Molte hanno cercato di varcare i confini via terra, e moltissime sono rimaste “sepolte” in casa. Ma c’è ancora un modo per sottrarle alla violenta oppressione talebana: l’attivazione di evacuazioni mirate. Dal 2016 l’Italia è stata pioniera nell’accogliere persone particolarmente vulnerabili attraverso il partenariato pubblico-privato dei “corridoi umanitari” avviati dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Tavola Valdese.
Corridoi di speranzaIl 16...
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