Mutilata è la storia di Khady, una bambina senegalese di sette anni. Una storia che accomuna molte donne e racconta di una delle più violente tradizioni africane. Una pratica che dovrebbe aumentare la fertilità femminile, garantire la purezza e la verginità delle ragazze e delle spose, che in Africa prende il nome di Salindè: ‘’purificazione per accedere alla preghiera” ma che in Italia è meglio conosciuta sotto il nome di infibulazione.
Il libro, uscito da poco in Italia, racconta la convivenza con il dolore e il percorso verso la consapevolezza della brutalità del rito. La vita, però, Khady l’ha dedicata alle donne somale nel mondo. Da 40 anni si impegna per eliminare questa pratica.
Il suo obiettivo combacia perfettamente con l’ultimo rapporto Onu sulle mutilazioni genitali femminili, che afferma: «Gli sforzi per porre fine a queste pratiche dovrebbero essere rivolti anche ai gruppi di donne e ragazze più a rischio: coloro che affrontano diverse forme di discriminazione, comprese le donne rifugiate e migranti e quelle che vivono in comunità rurali e remote, in modo da non lasciare nessuno dietro».
Anche se la procedura è concentrata in 29 paesi tra Africa e Medio Oriente, infatti, è comune anche in diversi paesi asiatici tra cui India, Indonesia, Iraq e Pakistan, così come in alcuni gruppi indigeni dell'America Latina e in Colombia.
Ciò che fa riflettere, però, è che la pratica continua a persistere anche tra le popolazioni migranti che vivono in Europa occidentale, Nord America, Australia e Nuova Zelanda.
Per questo ci sono iniziative che agiscono direttamente in Africa, come Grandmother Project - Change through Culture, che in Senegal istruisce le nonne e le porta nelle scuole per affrontare temi importanti come quello delle mutilazioni genitali femminili. Ma anche iniziative globali, come quella organizzata da Unfpa, in collaborazione con Unicef, che si concentra su 17 paesi africani, ma sostiene anche iniziative regionali e globali.
Questa Giornata rientra anche nell'iniziativa Spotlight, un progetto congiunto dell'Unione Europea e delle Nazioni Unite per eliminare tutte le forme di violenza contro donne e ragazze. Uno dei filoni specifici riguarda la violenza sessuale e di genere e le pratiche dannose nell'Africa subsahariana, che includono la mutilazione genitale femminile. Un rischio che corrono 68 milioni di ragazze.
68 Million Girls at Risk, è molto più di un numero, è una mostra che celebra i successi ottenuti negli ultimi decenni nella lotta globale a questa pratica. Un evento organizzato da Unfpa e da #Dysturb in mostra nella sede dell'Onu a New York dal 6 febbraio al 25 marzo 2019.