Mentre i nostri giornali e telegiornali fanno girare il mondo intorno a Carola, alla manovra correttiva del governo per l’UE e guerre in Libia, le donne in sordina costruiscono strade, ponti e case. Così, se a Roma una Casa delle donne rischia di chiudere i battenti, a Modena nasce un’altra realtà.
Finalmente lo spazio di Villa Ombrosa è pronto ad accogliere la nuova sede della Casa delle Donne di Modena. Finalmente un edificio storico e rappresentativo, appartenuto nel Settecento al letterato modenese Ludovico Antonio Muratori, viene messo a disposizione delle donne, in tutte le loro sfumature.
Dopo anni di lavori di risistemazione, e dopo l’inaugurazione dello scorso marzo, La Casa delle Donne di Modena apre finalmente alle associazioni per le donne che da tempo animano il territorio modenese. E apre ai colori, alle culture, alle esperienze e alle presenze. Forte delle reti interpersonali e interculturali costruite in questi anni.
Casa delle donne contro la violenza, Centro documentazione donna, Differenza maternità, Donne e giustizia, Donne nel mondo e UDI, Unione Donne in Italia, sono queste le associazioni che in questi giorni stanno effettuando il trasloco, per diventare a tutti gli effetti attive all’interno della nuova casa. Associazioni presenti sul territorio da molti anni, che in questi ultimi tempi hanno allargato sempre di più gli orizzonti, includendo anche i bisogni e le possibilità delle donne migranti.
Una festa, quella di venerdì 5 luglio, che ha ben riassunto la filosofia e la missione di queste associazioni e di questo luogo: supportare le donne migranti, quelle vittima di tratta, di sfruttamento, di violenza, ma anche premettere a tutte le donne, italiane e non, di stare insieme e socializzare. Perché mentre il mondo fuori costruisce muri e barriere oltre a quelle linguistiche e culturali, le donne qui hanno creato un luogo dove culture e tradizioni diverse, mamme e bimbi, stanno insieme.
Una casa dedicata all’accoglienza, dove si mescolano culture, storie, colori, per coltivare relazioni costruttive, progetti sostenibili, attività inclusive. Il tutto con quella dose di attenzione, rispetto e pazienza, che le donne custodiscono naturalmente.