Un'altra triste notizia è arrivata dall'Iran, nazione affascinante e allo stesso tempo controversa, che nel giro di poche settimane è stata teatro di numerose ingiustizie: prima della violenta e brutale uccisione di Masha Amini, e adesso dell'arresto di una nostra connazionale, Alessia Piperno, blogger italiana e instancabile giramondo.
Non sono ancora chiare le cause della sua detenzione ma, nonostante questo, c'è chi già si è fatto avanti avanzando ipotesi del tutto personali, puntando il famoso “dito del giudice”: «Ma guarda te se dobbiamo spendere soldi pubblici per far uscire di galera queste rivoluzionarie…», dice qualcuno. «Accendete il cervello prima di partire per viaggi in zone di cui ignorate le condizioni politiche e culturali», dicono altri.
Affermazioni forti che spingono a chiedersi se Alessia Piperno abbia indirizzato correttamente la sua richiesta di aiuto. Ma se non è il Paese che le ha dato i natali a sostenerla adesso, allora a chi tocca questo ruolo?
È un confine molto labile quello che divide ciò che è umano da ciò che è immorale, ciò che è buono da ciò che è cattivo.
Alessia Piperno non solo amava viaggiare, ma nutriva un profondo interesse e sincero rispetto per tutte le culture del mondo. Una ragazza curiosa vittima di un Paese che non lascia molto spazio al diverso. Soprattutto se femminile.
Centinaia di donne in Iran stanno scendendo nelle strade per fermare queste atrocità e molte sono quelle che pagano con la propria vita questo desiderio di cambiamento. Come Nika Shakarami, morta ad appena 16 anni.
Ma qualcuno dalla comodità della sua poltrona afferma che «se l'è cercata» e non si indigna.
Qualcuno sputa sentenze dettate da una particolare forma di rabbia che reprime la compassione e l'umanità.
Viene da chiedersi se sia ancora lecito sperare che il mondo possa diventare un posto migliore se di fronte all'arresto di una trentenne in viaggio ci si nasconde dietro a tanta pochezza d'animo.
Viene da chiedersi se la civilizzazione alla quale siamo stati educati non abbia tolto un po' troppo spazio alla solidarietà tra esseri umani.
