Pegah Moshir Pour, italiana di origine iraniana molto attiva sui social nel denunciare le violazioni dei diritti umani da parte del governo iraniano, ha duettato a Sanremo con Drusilla Foer riprendendo il canto “Baraye” del giovane iraniano Shervin Hajipour, 25 anni, che il 6 febbraio scorso ha vinto il primo “Grammy per il cambiamento sociale”. Il 28 settembre 2022, Hajipour aveva registrato e lanciato il canto dalla sua camera: un inno alle ragazze e ai ragazzi che in Iran desiderano liberarsi dal giogo del fondamentalismo islamico e ascoltato in breve tempo da oltre quaranta milioni di persone. Due giorni dopo, Shervin veniva arrestato per propaganda contro il regime e istigazione alla violenza; da ottobre scorso è libero su cauzione, ma i capi di imputazione rimangono e lui non può lasciare l’Iran.
Pegah ha scoperto il velo di silenzio che da settimane compre la protesta giovanile in Iran, protesta che continua anche se non ha alcun leader a guidarla e organizzarla.
Il silenzio sembra invece coprire la drammatica situazione delle donne afghane, che per mesi hanno protestato con grande coraggio contro le imposizioni del governo talebano.
Assaman ha 35 anni: fino all’inizio di settembre 2021 era operatrice di una ong italiana attiva in Afghanistan con progetti di sviluppo per le donne. Per continuare a lavorare, era stata assunta dal Programma alimentare dell’Onu, tollerato dai talebani, ma adesso anche questo lavoro le è vietato e non può andare neppure dal medico se non accompagnata da un familiare maschio.
Il canto “Baraye” è anche per lei e tutte le ragazze e donne afghane, che noi non dimentichiamo:
Per ballare nei vicoli
Per il terrore quando ci si bacia
Per mia sorella, tua sorella, le nostre sorelle
Per cambiare le menti arrugginite
Per la vergogna della povertà
Per il rimpianto di vivere una vita ordinaria
Per i bambini che si tuffano nei cassonetti e i loro desideri
Per questa economia dittatoriale
Per l’aria inquinata
Per Valiasr e i suoi alberi consumati
Per Pirooz e la possibilità della sua estinzione
Per gli innocenti cani illegali
Per le lacrime inarrestabili
Per la scena di ripetere questo momento
Per i volti sorridenti
Per gli studenti e il loro futuro
Per questo paradiso forzato
Per gli studenti d’élite imprigionati
Per i ragazzi afghani
Per tutti questi "per" che non sono ripetibili
Per tutti questi slogan senza senso
Per il crollo di edifici finti
Per la sensazione di pace
Per il sole dopo queste lunghe notti
Per le pillole contro l’ansia e l’insonnia
Per gli uomini, la patria, la prosperità
Per la ragazza che avrebbe voluto essere un ragazzo
Per le donne, la vita, la libertà
Per la libertà
Per la libertà
Per la libertà