Si è conclusa ieri a Taranto la 49° Settimana sociale della Chiesa cattolica italiana.
L’evento non ha avuto grande copertura mediatica, forse perché troppo “confessionale” per essere considerato di rilievo per la cittadinanza.
Eppure dal 21 al 24 ottobre ha coinvolto 700 delegati e delegate da tutta Italia e un centinaio di “agenti ecclesiali” (religiosi e e religiose, preti e vescovi) per approfondire un tema davvero attuale: conciliare politiche ambientali e sociali. Lo ha fatto con il contributo di esperti ed esperte autorevoli, a partire dal titolo “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso”.
Molta attenzione è stata riservata alle “buone pratiche” già operative e alle giovani generazioni, capaci di mobilitazione diffusa e di grande creatività; il “Manifesto dell’Alleanza”, da loro proposto, è una piattaforma che sollecita collaborazioni ampie e articolate, che spaziano ben oltre i confini della Chiesa cattolica.
Le spinte dal basso diventano determinanti per smuovere i governi del G20 che si incontrano il 30 ottobre a Roma e che fanno fatica a concordare politiche efficaci di contrasto al cambiamento climatico.
Non sono mancate proposte molto concrete: dalle comunità energetiche alle iniziative di “consumo critico” da realizzare in ogni parrocchia.
Con le bollette di luce e gas che gravano sempre più sui bilanci delle famiglie, non sono iniziative da poco.