Luglio e agosto sono ancora per molti e molte un’occasione per uscire dalla routine e raggiungere altri luoghi. La vacanza, senza l’assillo delle incombenze quotidiane, permette di trascorrere più tempo con le persone care: offre incontri che nutrono la vita.
Luglio e agosto, però, sono anche mesi densi di altre partenze, perché le favorevoli condizioni meteorologiche inducono a solcare il mare. E non si tratta di crociere: li chiamano “viaggi della speranza”. Eufemismo amaro.
L’anno scorso, la mattina del 17 luglio, la nave Astral dell’ong spagnola Proactiva Open Arms recuperava nel Mediterraneo tre corpi appesi ai resti di un gommone. Un bambino piccolo, forse di quattro anni, doveva essere deceduto poche ore prima per ipotermia; una giovane donna, con le braccia ustionate dalla benzina, era già in stato di decomposizione, ma il terzo corpo, aggrappato a una tavola, respirava ancora. Un giovane volontario spagnolo, Javier Filgueira, lo raggiunge. Gli occhi sbarrati, la mente confusa: è Josefa, una donna fuggita dal Camerun e passata attraverso l’inferno libico.
Il suo salvataggio viene narrato con dovizia di particolari dalla giornalista Annalisa Camilli, che dal 13 luglio 2018 era sul veliero di Proactiva Open Arms. Molte le foto, e non manca neppure un video amatoriale.
Il giorno successivo, RepTv divulga le immagini del salvataggio durante l’intervista a Erasmo Palazzotto, un deputato di Liberi e uguali anch’egli testimone dell’intervento di soccorso.
Subito i social sono travolti dall’ennesimo scontro verbale: c’è addirittura chi insinua trattarsii di una montatura, allestita ad arte per essere rilanciata sui media. Annalisa Camilli replica indignata.
Per gli schieramenti contrapposti – di chi a oltranza respinge e di chi a oltranza accoglie – diventa impossibile confrontarsi su quanto realmente accade. Nei giorni successivi, gli scontri verbali, con tutto il loro veleno, ingombrano i notiziari televisivi e le prime pagine dei giornali, alimentando ulteriormente una sconsiderata spaccatura dell’opinione pubblica italiana, che dopo un anno rimane irrisolta.
Le pagine di questo numero riprendono il tema delle migrazioni per svelarne la complessità e farne emergere risvolti poco appariscenti. È il nostro contributo, che prosegue già da anni, a un dibattitto più pacato e costruttivo, a una riflessione/azione che si articoli oltre i rigidi schieramenti di parte.
Nel numero di gennaio-febbraio 2019 è prevalsa una panoramica mondiale, a partire dal Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, noto come Global Compact sulle migrazioni. Questo dossier, invece, privilegia la realtà italiana, dando attenzione al decreto “immigrazione-sicurezza 2018”, noto come “decreto Salvini”, anche nella sua versione “bis” entrata in vigore il 14 giugno 2019.
Ne parla chi da anni studia autorevolmente le migrazioni e chi ne riscontra gli effetti, talora paradossali e controversi, sulla propria vita.
L’incontro con la diversità, qualunque essa sia, non è mai facile. Può generare disagio, ma può anche affinare la sensibilità e rendere possibili incontri di reciproco arricchimento.
Lo testimoniano centinaia di cittadini e cittadine che, con 42 organizzazioni sociali, italiane e internazionali, hanno avviato la campagna #ioaccolgo.
Sono altri incontri che nutrono la vita.