Il 5 maggio, primo mercoledì del mese, dalle ore 15 alle 18, padre Alex Zanotelli tornerà in Piazza Montecitorio a Roma, davanti al Parlamento italiano, per esprimere la dimensione politica del Digiuno di giustizia, portato avanti da tre anni, una volta al mese, e il Digiuno a staffetta promosso dal Cantiere della Casa Comune.
«Mai come in questo momento – afferma il missionario – c’è bisogno di alzare la voce, di gridare la nostra indignazione per quanto sta avvenendo nel Mediterraneo dove, tra il 21 e il 22 aprile, sono naufragati due barconi: uno con 130 migranti, l’altro con 40. Tutte le autorità libiche, italiane, maltesi e della UE erano state avvertite già dal 20 aprile, ma nessuno ha voluto aiutarli. Abbiamo lasciato annegare 170 persone, li abbiamo condannati a morte. “È una vergogna!” ha detto anche Papa Francesco».
«Tutto questo – continua Zanotelli – avviene dopo la visita del Presidente Draghi a Tripoli che ha avuto il cinismo di congratularsi con il governo libico per i “salvataggi” dei migranti in mare! E dopo la visita della Ministra degli Interni Lamorgese, che ha chiesto alle autorità libiche il “rispetto dei diritti umani.” Quali diritti? Quelli della Guardia Costiera libica, da noi finanziata, che cattura i migranti in fuga dall’inferno per riportarli nei lager libici dove sono sistematicamente torturati? Nel 2020 ne ha riportati in Libia ben 11.000».
Per il comboniano siamo davanti a “veri e propri crimini di Stato che gridano giustizia al cospetto di Dio e degli uomini”. Zanotelli denuncia l’assenza “di una missione di soccorso da parte dell’Unione Europea”. Così come “il fatto che la Ministra degli Interni Lamorgese blocchi le navi salva-vite delle ONG nei porti italiani per futili ragioni, mentre i migranti affogano in mare”.
Per questo il suo ritorno a Roma, per chiedere attraverso il Digiuno di giustizia: «All’Europa che metta in mare subito un’operazione tipo ‘Mare Nostrum’ e di smetterla con la politica razzista di ‘esternalizzare le frontiere’; al Governo italiano di non sostenere la Guardia Costiera libica dove si annidano criminali e trafficanti di esseri umani; al Parlamento italiano perché si rifiuti di rifinanziare la Guardia Costiera libica; alla Ministra degli Interni perché non blocchi nei porti, per futili ragioni, le navi salva-vite, mentre i migranti affogano in mare e di sospendere i respingimenti dei migranti che arrivano a Trieste».
«Davanti a questo scenario – conclude padre Alex – facciamo nostra la recente dichiarazione dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice: Di fronte all’ingiustizia sistemica, noi europei, invece di sentire l’obbligo di un risarcimento, chiudiamo le frontiere del nostro benessere grondante del sangue dei poveri, per impedire ad altri il diritto ad un’esistenza che non sia svuotata della sua stessa dignità. Tutto questo è scandaloso. Il tempo è finito. Svegliamoci!».