l governo Meloni interviene ancora una volta nell’arco di pochi mesi per apportare modifiche alla legislazione sull’immigrazione con un intervento che sembra più rispondere a esigenze politiche che non ai bisogni delle persone e dei territori, non offrendo né condizioni di accoglienza adeguate ai migranti né soluzioni concrete alle istituzioni locali e alle migliaia di lavoratori e lavoratrici impegnate a vario titolo in questo settore.
Alle difficoltà di reperimento di posti in accoglienza, queste nuove norme rispondono non con la modifica dei bandi di gara o con la costruzione di nuove strutture, ma con la possibilità di riempire quelle già operanti fino al doppio della loro capienza, in deroga a qualunque norma di sicurezza. Di nuovo si sceglie di adottare un approccio di emergenza e non strutturale.
In linea con una logica securitaria alla migrazione, il decreto stanzia più finanziamenti alle forze di Polizia, alle Forze Armate e all’identificazione di nuovi centri di trattenimento. Diversamente, non sono previsti nuovi fondi per rispondere alle richieste dei sindaci, che chiedono un rafforzamento dell’accoglienza diffusa e dei servizi del territorio. L’unica misura prevista riguarda la gestione della spazzatura prodotta dalle strutture di accoglienza, che sarà in capo ai Prefetti fino al 2025. Nessun accenno a centri per minori soli o a fondi per l’integrazione.
L’obiettivo è sempre più quello di colpire indiscriminatamente, senza curarsi delle conseguenze, le persone di origine straniera presenti e quelle in arrivo, alimentando, con le misure introdotte, l’idea che rappresentino un pericolo per il Paese. Il governo parte da urgenze prive di evidenze reali. Quali dati giustificano un intervento straordinario per i lungo soggiornanti se ritenuti socialmente pericolosi? Allo stesso modo, non sono chiari i motivi che hanno portato a un intervento così sconsiderato contro i minori stranieri non accompagnati. Chi dice che il fenomeno dei maggiorenni che si dichiarano minorenni sia realmente problematico? Chi lavora con i ragazzi migranti sa che il rischio è esattamente l’opposto, e riguarda tutti quelli che, finiti nelle reti del traffico di esseri umani, vengono spinti a dichiararsi maggiorenni per sfuggire ai controlli e alle tutele che uno Stato che si dichiara tale deve prevedere. Si è arrivati perfino a pensare di mescolare per mesi ragazzi soli con adulti, in una situazione di promiscuità inconcepibile, e di delegare alla polizia (quindi al Ministero dell’Interno) un processo così delicato come quello dell’accertamento dell’età.
Si tratta in definitiva di un altro tassello della guerra all’immigrazione come strumento di propaganda politica. Manca qualsiasi indicazione su come risolvere i problemi del sistema d’accoglienza oramai allo sbando e su come salvare vite umane, peraltro a pochi giorni dal decennale della strage di Lampedusa. Manca qualsiasi indicazione su come le persone in cerca di lavoro o di protezione potrebbero rivolgersi allo stato per attraversare regolarmente le frontiere, unico strumento concreto per sconfiggere i trafficanti.
Tutto questo non è più tollerabile.
Le forze politiche e le istituzioni, i sindaci e i presidenti di regione, la società civile devono reagire per impedire questa deriva antidemocratica.
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