Il mondo cambia con il tuo esempio Ornella Moresco con una studente Marcello Parodi
Lunedì, 03 Aprile 2017 07:48

Il mondo cambia con il tuo esempio

Genova, città di mare e di scambi, è da sempre crocevia di popoli. Anche qui, però, la crisi economica, che ha colpito molte fasce della popolazione, ha fatto crescere la tentazione di cercare un capro espiatorio. Gli immigrati, specie coloro che arrivano in Italia via mare, ben si prestano a questa azzardata identificazione

«Prima gli italiani» è un pensiero molto diffuso a Genova, e non solo!

Nell’attesa che del fenomeno dell’immigrazione si abbia una conoscenza corretta da parte della pubblica opinione e si realizzi una gestione più organizzata e responsabile da parte degli enti pubblici, in città sono nate tante piccole esperienze di accoglienza, radicate nella convinzione che non ci sia futuro senza un incontro tra culture; senza dialogo e rispetto delle differenze. Sono iniziative che incoraggiano la lungimiranza e ravvivano la speranza.
Tra queste esperienze, che desiderano farsi portavoce di un modello di coesione sociale basato sull’incontro, lo scambio, la prossimità e la partecipazione attiva, nel 2014 nasce a Genova Pas à pas, “passo dopo passo”.

Tre donne di iniziativa
Questa associazione è fondata da tre giovani donne e amiche: Alice Tripi, Elisa Fasan e Sara Solari. Accomunate dallo stesso percorso universitario, inerente la comunicazione interculturale e le problematiche ad essa connesse, e dalla condivisione di principi di vita, come il piacere e il dovere dell’accoglienza, l’importanza dello scambio, del dialogo e dell’arricchimento reciproco, hanno fondato l’associazione all’inizio del 2014.
La partenza è stata possibile grazie a un’altra associazione, il “Centro delle Culture”, che si è offerta di condividere i propri spazi per ospitare i corsi di italiano.
Mese dopo mese è cresciuto il numero degli studenti e dei volontari, senza la cui opera Pas à pas non avrebbe potuto continuare a esistere né a prosperare.

L’associazione non riceve finanziamenti dalle istituzioni e sopravvive grazie al lavoro volontario e alle donazioni, soprattutto dei soci.
Oggi conta settanta insegnanti volontari e circa duecento soci. Aiuta le persone a divenire cittadini e cittadine corresponsabili, partendo da una necessità fondamentale, quella di conoscere la lingua.

La sede di Pas à pas si trova nel centro storico genovese, in via delle Vigne 8 r, vicino a una delle più antiche chiese genovesi, la Basilica delle Vigne, primo santuario mariano della città, ricca di un notevole patrimonio artistico che meriterebbe di essere più conosciuto dai turisti e dagli stessi genovesi.
Lo spazio disponibile è insufficiente ad accogliere tutte le richieste; per fare scuola, per esempio, si vagabonda per i locali che molte realtà del quartiere mettono a disposizione.
Pas à pas, come si diceva, conta una bella rete di volontari, per la maggior parte donne, grazie alle quali organizza e realizza corsi di lingua, in prevalenza corsi di italiano per i migranti provenienti da diverse aree del mondo, soprattutto dall’Africa.

Prospettive e sfide
I corsi, aperti a tutti, sono completamente gratuiti per la lingua italiana e prevedono un modesto contributo per gli insegnamenti di inglese, francese, portoghese, arabo, tedesco e wolof, una lingua del Senegal.
Insomma è la Pentecoste!
Oltre ai corsi di lingua, per favorire l’aggregazione e la socializzazione Pas à pas promuove iniziative aperte a chiunque: gite alla scoperta del territorio e manifestazioni ludico-sportive.
Le attività extradidattiche hanno un buon riscontro, ma il numero dei partecipanti non supera la metà degli studenti frequentanti i corsi.

Continua

Last modified on Lunedì, 03 Aprile 2017 07:56

CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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