«Prima gli italiani» è un pensiero molto diffuso a Genova, e non solo!
Nell’attesa che del fenomeno dell’immigrazione si abbia una conoscenza corretta da parte della pubblica opinione e si realizzi una gestione più organizzata e responsabile da parte degli enti pubblici, in città sono nate tante piccole esperienze di accoglienza, radicate nella convinzione che non ci sia futuro senza un incontro tra culture; senza dialogo e rispetto delle differenze. Sono iniziative che incoraggiano la lungimiranza e ravvivano la speranza.
Tra queste esperienze, che desiderano farsi portavoce di un modello di coesione sociale basato sull’incontro, lo scambio, la prossimità e la partecipazione attiva, nel 2014 nasce a Genova Pas à pas, “passo dopo passo”.
Tre donne di iniziativa
Questa associazione è fondata da tre giovani donne e amiche: Alice Tripi, Elisa Fasan e Sara Solari. Accomunate dallo stesso percorso universitario, inerente la comunicazione interculturale e le problematiche ad essa connesse, e dalla condivisione di principi di vita, come il piacere e il dovere dell’accoglienza, l’importanza dello scambio, del dialogo e dell’arricchimento reciproco, hanno fondato l’associazione all’inizio del 2014.
La partenza è stata possibile grazie a un’altra associazione, il “Centro delle Culture”, che si è offerta di condividere i propri spazi per ospitare i corsi di italiano.
Mese dopo mese è cresciuto il numero degli studenti e dei volontari, senza la cui opera Pas à pas non avrebbe potuto continuare a esistere né a prosperare.
L’associazione non riceve finanziamenti dalle istituzioni e sopravvive grazie al lavoro volontario e alle donazioni, soprattutto dei soci.
Oggi conta settanta insegnanti volontari e circa duecento soci. Aiuta le persone a divenire cittadini e cittadine corresponsabili, partendo da una necessità fondamentale, quella di conoscere la lingua.
La sede di Pas à pas si trova nel centro storico genovese, in via delle Vigne 8 r, vicino a una delle più antiche chiese genovesi, la Basilica delle Vigne, primo santuario mariano della città, ricca di un notevole patrimonio artistico che meriterebbe di essere più conosciuto dai turisti e dagli stessi genovesi.
Lo spazio disponibile è insufficiente ad accogliere tutte le richieste; per fare scuola, per esempio, si vagabonda per i locali che molte realtà del quartiere mettono a disposizione.
Pas à pas, come si diceva, conta una bella rete di volontari, per la maggior parte donne, grazie alle quali organizza e realizza corsi di lingua, in prevalenza corsi di italiano per i migranti provenienti da diverse aree del mondo, soprattutto dall’Africa.
Prospettive e sfide
I corsi, aperti a tutti, sono completamente gratuiti per la lingua italiana e prevedono un modesto contributo per gli insegnamenti di inglese, francese, portoghese, arabo, tedesco e wolof, una lingua del Senegal.
Insomma è la Pentecoste!
Oltre ai corsi di lingua, per favorire l’aggregazione e la socializzazione Pas à pas promuove iniziative aperte a chiunque: gite alla scoperta del territorio e manifestazioni ludico-sportive.
Le attività extradidattiche hanno un buon riscontro, ma il numero dei partecipanti non supera la metà degli studenti frequentanti i corsi.