L'arrivo, nel nostro Paese, di minori che migrano nel tentativo di migliorare le loro condizioni di vita, è diventato un problema urgente e un fenomeno sempre più consistente. È il nuovo volto dell’immigrazione italiana, rappresentato da questa fascia di popolazione composta da preadolescenti e adolescenti, definiti giuridicamente minorenni e privi di genitori o di altri adulti che ne siano legalmente responsabili. I minori migranti costituiscono, a partire da questo secolo, i nuovi protagonisti dei processi migratori e sono divenuti oggetto di studio in Italia e in Europa.
I concetti di infanzia e adolescenza, nella dimensione della migrazione, sono da riscrivere: gli adolescenti affrontano viaggi della durata di mesi prima di arrivare in Italia e, durante questo periodo, formano le proprie relazioni affettive in contesti fortemente disagiati e non adeguati alla loro età. La riflessione sugli interventi educativi riferiti a ragazzi che si spostano e viaggiano a lungo per raggiungere luoghi di speranza e di sopravvivenza, è stato, per Bauman (2009), un motivo per riflettere sul significato dell’interculturalità da una parte e del rapporto tra “noi e loro” dall’altra, processo, quest’ultimo, delle tappe storico-evolutive che ci hanno indirizzato verso la perdita di reciprocità e condotto ad una confusione nei riguardi del riconoscimento del ruolo e del significato sociale e della comunità dell’immigrazione.
Per minore straniero non accompagnato (Msna) presente nel territorio dello Stato s’intende il minorenne non avente cittadinanza italiana o dell’ Unione Europea, che si trova per qualsiasi causa, nel territorio dello Stato e che è privo di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti di lui legalmente responsabili (legge.7 maggio 2017 n.47, Disposizioni in materia di protezione dei Msna).
Dalle vite di questi ragazzi emerge una complessità che vale la pena di sottolineare. Dietro ai loro viaggi ci sono questioni complesse che agiscono in misura più o meno ampia, ma che hanno una ripercussione sulla totalità del nostro pianeta, e che, per l’effetto dirompente che hanno in sé, si riverberano sulle attuali generazioni di ragazzi e giovani, ma, in prospettiva, anche su quelle future. Nel luglio 2017, il Report Nazionale del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali ci ha informato che il numero complessivo dei MSNA presenti e censiti sul territorio italiano ha avuto un incremento di 4.496 unità risultando complessivamente 18.701, con una prevalenza maschile del 93%. I Paesi più rappresentati risultano il Gambia con il 13,7%, l'Egitto con l'11%, la Guinea con il 9,5% e l'Albania con l' 8,8%.
Ragazzi vulnerabili
I ragazzi che arrivano soli devono essere considerati come identità estremamente complesse, per la qualità e la quantità di esperienze, spesso per vie neppure immaginabili, già vissute in pochi anni di vita.
Come li ha definiti Tahar Ben Jelloun essi sono la génération involontaire, una generazione involontaria: questi giovani non sono immigrati nella società, lo sono nella vita e devono adattarsi alla situazione, così come devono strappare i giorni a un avvenire indefinito, obbligati ad inventarselo invece che viverlo. Una generazione che è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, rendendo il fenomeno di difficile gestione.
I minori non accompagnati sono immigrati e stranieri, sono abbandonati e soli. La mancanza di protezione li espone durante il viaggio al rischio di estorsioni da parte dei contrabbandieri, ed abusi sessuali, sfruttamento, violenza e traffico di organi. Trovandosi senza punti di riferimento, senza la presenza di figure adulte vicine e in grado di condividere sofferenze, progetti e investimenti sociali, i Msna si trovano in una situazione di estrema vulnerabilità, sostenuta, tuttavia, da una grande forza di sopravvivenza e di speranza per un futuro diverso.
La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza prevede, all’articolo 3, un’ampia gamma di diritti, oltre a quelli relativi al primo soccorso e all’accoglienza temporanea: ad essi vengono riconosciuti, tra gli altri, il diritto all’assistenza sociale, legislativa e amministrativa, all’istruzione, alla tutela dallo sfruttamento e alla protezione.
Con la ratifica della Convenzione ONU tali norme sono entrate a far parte integrante dell’ordinamento giuridico italiano, facendo sì che anche un principio programmatico come quello dell’art. 3 divenisse un elemento cardine dell’ordinamento giuridico e, come tale, un fondamentale criterio interpretativo delle singole norme per superare eventuali loro ambiguità. Va sottolineato, inoltre, che l’interesse superiore del minore non va esaminato in modo astratto, bensì il suo contenuto si deve sostanziare in relazione ad ogni specifico caso concreto, dato che le esigenze del singolo possono variare in relazione alla situazione specifica in cui quest’ultimo, in qualità di soggetto in formazione, viene a trovarsi di volta in volta. [...].
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