Dopo mezzo secolo di condivisione, la nostra presenza persiste.
L’insicurezza, che ha sempre afflitto il Paese, dilaga dall’ottobre 2002, quando un generale dell’esercito, Bozizé, depone il presidente Patassé e nel marzo 2003 assume il potere. Da allora i disordini sono ricorrenti.
Il più tragico risale al 2013, per mano dei Seleka, gruppi ribelli del nord della Repubblica Centrafricana, sostenuti da mercenari da Ciad, Sudan e Niger. Nonostante la tregua per le elezioni, vinte nel 2016 da Faustin-Archange Touadéra, i disordini continuano e il Paese viene ancora depredato dei suoi beni. I sussulti della guerra civile incutono paura, ma la fede in Dio e nell’umanità motivano la scelta: rimanere.