Mercoledì, 06 Giugno 2018 19:46

L’energia di Lucy

Era il 1994. L’Esercito di resistenza del Signore, capeggiato da Joseph Kony, devastava Gulu. Oltre alla guerra, anche l’aids mieteva tante vittime. Non vi erano ancora terapie efficaci, e i nostri malati morivano rapidamente. Durante un incontro di persone affette dal virus, incontrai Lucy Ajok, una donna minuta e consumata dalla malattia, ma con due occhi splendidi, vivi, luminosi, che irradiavano una fede profonda.

Il marito era già morto e il loro bambino era molto malato. Con una tenerezza incredibile, lo portò in braccio fino alla fine. Quando il piccolo morì, Lucy venne da me: non voleva morire in casa da sola. Benché logorata dalla sofferenza, era ancora una brava ricamatrice e una buona insegnante, due qualità sufficienti per avviare un laboratorio in cui coinvolgere altre donne malate come lei.

Le risposi che ricamare non era un problema, ma vendere i prodotti non sarebbe stato facile, perché non c’era richiesta sul mercato locale. Lei fu irremovibile: non sarebbe andata a casa senza la mia rassicurazione che l’indomani avrebbe cominciato a lavorare.
Non avevo scelta: mi arresi. Così Lucy iniziò, da sola; dopo pochi giorni arrivarono alcune sue amiche, e lei iniziò a insegnare e a coordinare il lavoro, diventando la prima manager della cooperativa che le donne stesse battezzarono Wawoto Kacel. 

Al mattino presto arrivava con il boda boda, un taxi-motociclo: quando arrivavano le altre, tutto era già pronto per iniziare il lavoro. Non si doveva perdere tempo. Se arrivava un ordine urgente, Lucy rimaneva fino a tarda ora, perché la commessa doveva essere consegnata con puntualità. Amava la precisione e controllava che ogni prodotto fosse di qualità.

Le donne lavoravano e cantavano; ridevano e si raccontavano le loro storie. Il lavoro divenne per loro terapia, sviluppo di talenti e creatività, riabilitazione sociale e possibilità di guadagnarsi una vita dignitosa. Lucy fu donna di grande fede nella Provvidenza. Per il suo lavoro instancabile fu soprannominata Marta, come la donna di Betania presentata dai Vangeli: anche lei aveva incontrato il Signore.

Nonostante la gravità della malattia, Lucy continuò a vivere e a dare grande impulso alla nascente cooperativa. Nei sette anni della sua presenza vennero sviluppati altri settori: la sartoria, i lavori con perline e con foglia di banano.

Lucy è giunta alla fine della sua vita terrena con grande serenità, consapevole di aver dato vita a tante altre donne. Una presenza luminosa che ha diffuso molto amore.

Last modified on Mercoledì, 06 Giugno 2018 20:03

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