Sconcertano le 261 parole – tante sono, compresa la data - del comunicato stampa della Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana, la sera dello scorso 26 aprile, a pochi minuti di distanza dalla conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, sulle misure di approccio alla fase 2, per la gestione della crisi da Covid-19.
Chi scrive quelle parole rivela non certo il meglio di sé, sul piano delle intenzioni che le agitano e dei contenuti che vogliono trasportare.
Il tono rivendicativo di diritti – fosse anche quello sacrosanto della libertà di culto – non viene messo nella sua giusta correlazione con il linguaggio dei dove...
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