8 febbraio: questa data ci ricorda qualcosa?
Ogni anno fa memoria che la schiavitù non è finita: si è trasformata, ha assunto fisionomie subdole, ma continua a soffocare il sogno di tante donne e uomini, e, purtroppo, di troppe bambine e bambini.
Questa mattina alle ore 11.30, con uno sguardo sul mondo, dalla Sala Stampa della Santa Sede è giunta un’evidenza dolorosa: le donne costituiscono ancora il 72% delle persone ufficialmente trafficate; ma la tratta sommersa ne affligge molte di più.
Perciò l’8 febbraio è costellato di iniziative molteplici: momenti di riflessione e di preghiera, cortei di sensibilizzazione, eventi silenziosi o intrisi di musica.
Una delle intenzioni è raggiungere i “clienti”, ovvero tutti coloro che innescano la domanda di questo commercio aberrante. Papa Francesco li ha definiti «criminali che torturano le donne». Anche loro possono avvertire che è tempo di cambiare vita: sono soprattutto uomini, ma non mancano le donne.
Lo scorso 17 gennaio la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale li ha esplicitamente menzionati negli Orientamenti pastorali sulla Tratta di persone: «Sono davvero i trafficanti la causa principale della tratta? Io credo che la causa principale sia l’egoismo senza scrupoli di tante persone ipocrite del nostro mondo. Certo, arrestare i trafficanti è un dovere di giustizia. Ma la vera soluzione è la conversione dei cuori, il taglio della domanda per prosciugare il mercato».
E quest’anno l’8 febbraio assume un tocco particolare: inizia la celebrazione dei 10 anni di Talitha Kum, la rete internazionale di religiose e religiosi, che dal 2009 si è allargata a gruppi laici: per contrastare la tratta collabora con una grande varietà di organizzazioni.
Opera in 77 Paesi nei 5 continenti: 13 in Africa, 13 in Asia, 17 in America, 31 in Europa, 2 in Oceania. Nei 34 Paesi dove le reti nazionali non sono ancora costituite. Ci sono comunque gruppi o persone di contatto.
Solo attraverso un lavoro congiunto è possibile rispondere a una sfida così pervasiva e globale: sentirci tutti e tutte partecipi nel convertire «chi sfrutta il “sogno” di migliaia di persone che cercano di migliorare le proprie condizioni di vita».
Quest'anno il tema della Giornata internazionale di preghiera e riflessione è proprio “Insieme contro la tratta di persone”.
A Roma l’8 febbraio la veglia inizia alle 18.00 presso la Basilica di Sant’Antonio, in via Merulana, a Bolzano c’è una via crucis, a Treviso una riflessione alle 20.30.
E la lista continua, toccando tante altre città.
E noi, dove saremo?