Anuna De Wever e Kyra Gantois, rispettivamente 17 e 19 anni di età, sono due ragazze che sul cambiamento climatico non amano giocare.
Ispirate da un’altra giovanissima, la sedicenne svedese Greta Thunberg, lo scorso 24 gennaio, a Bruxelles hanno mobilitato oltre 32.000 studenti del Belgio a difesa del clima: «A che serve andare a scuola se non ci sarà futuro?»
Dall’iniziativa della giovanissima Greta, che nell’agosto 2018 sostava da sola davanti al Parlamento svedese con il cartello “sciopero dalla scuola per il clima”, decine di migliaia di giovani hanno fatto propria la protesta: se la politica non agisce, agiscono loro, ancora troppo giovani per votare in occasione delle elezioni politiche ma non troppo giovani per far sentire la loro voce.
«Non possiamo bere petrolio e non possiamo respirare denaro», era scritto su uno striscione coloratissimo che sfilava a Bruxelles.
In Australia, ovvero dall’altra parte del globo, il 30 novembre 2018 le strade delle città avevano già visto sfilare decine di migliaia di studenti. Il loro motto era: «Non bruciate il nostro futuro!».
La scorsa settimana lo sciopero per il clima ha mobilitato altre decine di migliaia di studenti in Gran Bretagna e Francia: la mobilitazione si estende a macchia d’olio e abbraccia gradualmente tutto il Pianeta.
E per il 15 marzo 2019 è stato indetto uno sciopero studentesco globale: è urgentissimo agire a difesa della Terra, non si può restare in silenzio.
Non è un gioco da ragazze e ragazzi: è una lezione per adulti!