Conoscete Nasrin Sotoudeh?
È una donna iraniana solidale con altre donne.
Come avvocata ha difeso Shirin Ebadi, iraniana come lei e prima donna giudice nel suo Paese. Impegnata a difendere i diritti umani, Shirin è stata la prima donna islamica a ricevere nel 2003 il Nobel per la Pace, ma dal 2009 è costretta all’esilio.
Nasrin Sotoudeh, impegnata a difesa dei diritti civili e delle donne, è già stata in carcere dal 2011 al 2013.
Nel 2018 ha difeso in tribunale le ragazze di Enghelab Street, che protestavano levandosi il velo.
È stata nuovamente incarcerata lo scorso giugno, e la sua recente condanna a 38 anni di prigione e 148 frustate suona doppiamente amara nel mese che celebra i diritti delle donne.
Fra i capi di imputazione a suo carico: propaganda contro il regime, partecipazione al movimento contro la pena di morte e incitamento ad “azioni immorali”.
Ma la difesa pacifica e legale di donne processate per aver sfidato l’obbligo di indossare il velo non ammette una simile condanna.
L’unico tocco di grazia in questa assurda vicenda è la fedele presenza del marito, Reza Khandan, che attraverso i social continua a denunciare gli abusi inferti a sua moglie dal regime iraniano.
Alcune organizzazioni di diritti umani hanno chiesto che Nasrin venga liberata.
Non avremo per lei uno sciopero globale, come quello indetto per il clima da una moltitudine di studenti, ma possiamo almeno firmare la petizione di Amnesty International a sua difesa.
Come afferma Shirin Ebadi: «Saranno le donne a cambiare l’islam», quello fondamentalista che le opprime.
Coraggio, Nasrin. Siamo con te!