Fare memoria della Liberazione aiuta a non dare per scontata la possibilità di vivere oggi in libertà.
Ogni liberazione da situazioni oppressive e violente, che riducono al silenzio ogni voce “altra” e soffocano ogni pensiero che non rimanga intrappolato in gabbia, chiede rispetto per le vittime ed esorta chi sopravvive alla riconciliazione, soprattutto se il Paese emerge dalle macerie di una lacerante guerra civile.
Le contrapposizioni escludenti avvelenano il processo di “rigenerazione” della società e spesso fanno degenerare la “liberazione” in una nuova dittatura. Questo è accaduto e accade in molto Paesi: chi ha liberato il suo popolo ne diventa a sua volta despota e oppressore.
Questa degenerazione non è avvenuta in Italia: ogni 25 aprile rendiamo omaggio anche alla lungimiranza inclusiva di chi, con apertura mentale e dialogo costruttivo, ha accompagnato per anni, pur da posizioni “contrapposte”, la delicata transizione democratica iniziata in Italia quel giorno del 1945.
In un Paese oggi quasi paralizzato da contrapposizioni politiche becere e miopi, è da apprezzare l’iniziativa del Coordinamento Teologhe Italiane: nella stessa città che a fine marzo ha visto il Congresso mondiale delle famiglie escludere “altri modi” di essere famiglia, il 4 maggio a Verona organizza un seminario sul tema “Cittadinanza inclusiva: il ruolo delle teologie”.
Un buon auspicio … per il prossimo 25 aprile!