Il 27 ottobre è stato presentato il Dossier statistico immigrazione 2020, opera corposa di raccolta e analisi dettagliata di un vasto ventaglio di dati.
Anche quest’anno il Dossier conferma che la paventata “invasione” non esiste: la popolazione straniera regolarmente soggiornante è aumentata di appena 47.100 unità rispetto all’anno precedente, assestandosi a 5.306.500 persone. Nel 2018 proveniva per il 50,2% dall’Europa, nel 2019 per il 49,6%, ancora in maggioranza da Paesi a tradizione cristiana (51,9%) con le donne che continuano a prevalere (51,8%).
E sono proprio loro a essere le più penalizzate: su 2.505.000 stranieri con regolare lavoro soltanto il 43,7% sono donne, di cui il 90,4% con un rapporto di lavoro dipendente concentrato in 3 settori: servizi domestici, cura alla persona e pulizie di uffici e negozi. Lavori in presenza che espongono maggiormente al contagio, eppure Paola Andrisani precisa: «Marginalizzate, doppiamente escluse, ma fortemente presenti nel lavoro domestico e di cura, capaci di risparmiare e di inviare rimesse e abili nel tessere legami tra tradizione e cambiamento». A conclusione della sua analisi aggiunge: «Le donne migranti risultano essere delle attente e abili risparmiatrici, capaci di far quadrare il bilancio familiare e gestire il denaro a disposizione della famiglia. La loro precarietà lavorativa, la loro triplice vulnerabilità, in quanto donne, madri e migranti, la persistente dipendenza economica, oltre che l’essere spesso le sole ad occuparsi della casa e dei figli, confinano queste abilità gestionali in un ambito ancora troppo spesso prettamente domestico e sommerso».
Un’esplicita lode delle donne. E a una donna, stavolta italiana, è dedicato questo trentesimo Dossier: Lidia Pittau, «esempio di accoglienza e fiducia nel futuro».
Le donne, sia italiane che straniere, hanno davvero molto da offrire alla nostra società travolta dal covid, e chi le emargina arreca un grave danno a tutto il Paese.