Finalmente sono noti i contenuti del “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, noto come Next Generation Italia.
Il governo ha presentato la bozza in Consiglio dei ministri e il testo è già di pubblico dominio, sebbene la copertina precisi “solo ad uso interno”. Le critiche sono dilagate rapidamente, e non soltanto fra i partiti: l’insoddisfazione è tanta, anche fra le donne, che nella Giornata internazionale dei diritti umani non vedono ancora pienamente riconosciuti i loro diritti.
Anche il Next Generation Italia è carente. Così si esprime su Repubblica Linda Laura Sabbadini, pioniera delle statistiche di genere e attualmente direttrice delle statistiche sociali dell’Istat: «I 4,1 miliardi previsti per la parità di genere sono veramente pochi se consideriamo che siamo in fondo alla classifica dei Paesi avanzati per uguaglianza di genere, pur essendo parte del G7. Ultimi dopo la Grecia per tasso di occupazione femminile delle giovani tra 25 e 34 anni, tra gli ultimi per i nidi, primi per carico di lavoro familiare sulle spalle delle donne. Ma insomma vogliamo fare i conti col fatto che tutto ciò ostacola la crescita del nostro Paese?».
Per questo ci piace rilanciare quello spazio comune per le donne che vogliono confrontarsi, ascoltarsi e cambiare la visione dell'Italia e del mondo: DallaStessaParte.
Al suo interno, il “Laboratorio sostenibilità” coniuga diritti delle donne e diritti della Terra. Nel documento “Chi siamo e cosa vogliamo” pone al centro «la cura di chi ha bisogno, dell’ecosistema, della madre Terra e delle specie che la abitano» e la «necessità che il governo assuma misure concretamente importanti non solo per noi donne, ma per realizzare davvero quel cambiamento strutturale sempre più urgente per la società».
La devastazione dei territori, che in questi giorni ferisce ripetutamente in nostro Paese, è anche devastazione dei corpi ed esige «un’azione di ricucitura della Terra in un dialogo virtuale tra Nord e Sud», perché il territorio è «risorsa da valorizzare e non da consumare senza fine per attività speculative, che ora rischiano di aggredire ulteriormente aree di grande fruibilità … senza una giusta valutazione dei costi sociali, di quanto sarebbe veramente necessario per la vivibilità dei luoghi in termini di servizi ai cittadini e alle cittadine».
Dall’ottobre scorso tante donne, con sensibilità variegate che attingono al loro multiforme vissuto, offrono suggerimenti concreti affinché il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” abbia lo sguardo lungo, quello che spazia oltre gli interessi particolari.
Lo sguardo inclusivo delle donne!