Per il Sinodo sull’Amazzonia, sono stata coinvolta dalla Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) nel suo ampio processo di consultazione e riflessione teologica. Così la scorsa estate ho potuto incontrare tante comunità dell’Amazzonia boliviana.
Per me, donna europea che studia la vita della Chiesa con approccio storico, è stato un tempo di grazia: anche io posso dire che per tutta la Chiesa «è giunto il tempo»… ed è «il tempo della raccolta».
Il titolo di questa rubrica scaturisce proprio dal mio incontro con un gruppo di donne della Bolivia amazzonica, nella diocesi di Pando, che ha undici preti ed è vasta quanto tutto il Nord Italia.
Per quelle donne, che vivono non lontano da Riberalta, la principale fonte di sostentamento è la raccolta e la lavorazione delle noci brasiliane, note anche come noci dell’Amazzonia. Nella raccolta è coinvolta tutta la famiglia, ma la lavorazione è soprattutto compito delle donne. Loro mi hanno offerto un paragone interessante per esprimere il tempo che la Chiesa cattolica sta vivendo.
Essa è come la noce dell’Amazzonia: il suo albero è imponente, alto 30-50 metri, e i suoi frutti sono grosse capsule legnose, che vengono spaccate per ottenere le pepitas, ovvero le noccioline brasiliane che raggiungono anche le nostre tavole.
La raccolta delle capsule legnose è molto particolare, perché cadono spontaneamente dall’albero quando la pioggia le impregna d’acqua: «È importante riconoscere il tempo giusto – precisano le donne – . Se è troppo presto non troviamo nulla, perché la pioggia non ha ancora fatto cadere i frutti. Se arriviamo tardi, i frutti marciscono. Bisogna arrivare al tempo giusto, e allora il raccolto sarà abbondante. E noi, poi, dobbiamo avere la capacità di spaccare le grosse capsule, che sono dure e devono essere battute con maestria in punti particolari. Soltanto così si ottengono le noci».
Quelle donne sanno che il tempo della raccolta è giunto anche per la Chiesa: «Dobbiamo avere la capacità di riconoscere il tempo e la forza di battere le capsule per ottenerne il frutto, ovvero ciò che sogniamo per noi e anche per voi… che mangiate le nostre noci!».
Dall’Amazzonia a tutta la Chiesa
Il Sinodo Nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale è ancora in corso, perché la sua attuazione è appena agli inizi e offre piste di trasformazione che vanno ben oltre il contesto amazzonico. Il camminare e navigare è per tutta la Chiesa e per ogni comunità cristiana.
Questo Sinodo è stato caratterizzato da un’eccezionale fase di consultazione: 280 incontri di confronto e dibattito comunitario che hanno coinvolto più di 87.000 persone. La cerimonia di inizio dell’assemblea romana, attorno all’espressione “un solo Sinodo”, ha visto entrare in sala la piroga, la pagaia e i testi scaturiti dalla consultazione. A Roma, la stessa assemblea dei vescovi, dell’Amazzonia e non solo, è stata in simbiosi con una molteplicità di eventi collaterali: liturgici, culturali e di riflessione. Particolarmente toccante la Via crucis dei martiri e il Patto delle catacombe.
A novembre è iniziata la fase di ricezione e di attuazione del Sinodo, che, al momento in cui andiamo in stampa, attende ancora il documento del Papa.
Tutto è parte di una ricerca comune: camminare insieme, discernere insieme per vivere e attuare insieme.