Questa è la settimana cha papa Francesco ha dedicato alla sua enciclica.
Nella Settimana Laudato si’, il pontefice insieme a tante altre persone credenti e non, sono uniti in preghiera per arginare lo sfruttamento che l’avidità umana sta perpetuando sulla nostra “casa comune”.
L’obiettivo è sensibilizzare i governi del mondo a “sfruttare” questa pausa che la pandemia ci ha imposto per arginare un altro tipo di “pandemia”: quella che sta mettendo in ginocchio l’ecosistema terreste.
Di fronte alle grandi sfide che l'economia globale si trova ad affrontare a causa del Covid, anche altri gruppi sociali si stanno muovendo per una ripartenza sostenibile e una giusta ripresa economica.
Oggi, 18 maggio, oltre 42 istituzioni religiose di 14 paesi annunciano al mondo il proprio disinvestimento dai combustibili fossili. Si tratta del più ampio annuncio di disinvestimento dai combustibili fossili da parte di un gruppo interreligioso che include istituzioni da Argentina, Australia, Bangladesh, Brasile, Colombia, Ecuador, Indonesia, Irlanda, Italia, Kenya, Myanmar, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.
La partecipazione dei cattolici all’annuncio è particolarmente rilevante poiché segna l'inizio della Settimana Laudato Si’, ma già nell'ultimo mese, 21 organizzazioni cattoliche con un patrimonio gestito di 40 miliardi di dollari si sono impegnate a investire in compagnie che si allineano ai propri valori e hanno firmato l’Impegno di Investimento ad Impatto Cattolico.
Mentre i governi di tutto il mondo effettuano investimenti sostanziali per facilitare una ripresa economica, le comunità religiose li esortano a pianificare a lungo termine e a focalizzarsi su una ripresa che sia equa e sostenibile.
Le istituzioni religiose hanno assunto da tempo la leadership del movimento di disinvestimento globale e hanno contribuito con un gran numero di impegni. Per questo l’annuncio di oggi fa ancora più pressione sui governi, perché è importante impegnarsi ora per promuovere politiche atte ad una ripresa inclusiva e resiliente come quella che sta caldeggiando Ursula Von der Leyen per la nostra UE.
Ma la richiesta non arriva solo dal mondo religioso. Anche i cittadini italiani, europei e mondiali, stanno promuovendo numerose campagne che fanno pressione sui governi per la tutela ambientale post coronavirus.
Si pensi a #Ritornoalfuturo, lanciata dalla sezione italiana dei Fridays For Future che spinge per una rinascita caratterizzata da investimenti sulla transizione ecologica. Oppure stopglobalwarming.eu, un’iniziativa dei cittadini europei (Eci) per chiedere alla Commissione Europea di elaborare una proposta di legge per fermare il riscaldamento globale. La raccolta firme è stata promossa e supportata da 27 premi Nobel e oltre 5.000 scienziati sociali.
Inclusione e resilienza crescano anche in ciascuna e ciascuno di noi, perché non è ancora troppo tardi per arginare lo sfruttamento del nostro mondo, ma dobbiamo agire subito. Tutti e tutte nella stessa direzione.