Ci avviciniamo al Natale con una coscienza nuova, facendo tesoro delle riflessioni che scaturiscono dall’Economy of Francesco: non può esserci Natale, se non rifuggiamo da un’economia che distrugge il Pianeta e l’umanità.
La prima storia viene dalla Sicilia, dove Rosetta riesce a condividere la sua conversione ecologica con la comunità. La seconda viene dalla Toscana, dove un giovane sta cercando la sua strada.
A piccoli passi verso un piano pastorale Laudato si’
Sono Rosetta, vivo a Scicli (Ragusa) e faccio parte della Comunità Papa Giovanni XXIII; nella chiesa del mio paese sono anche responsabile Caritas.
La mia esperienza personale di conversione ecologica, avviata dal ritiro online di sabato 23 maggio organizzato dal Movimento cattolico mondiale per il clima, si è gradualmente allargata fino a coinvolgere l’ambito parrocchiale.
Da un po’ di tempo ero alla ricerca di un equilibrio tra vita di fraternità, vita di parrocchia, vita con i poveri e vita con il Signore. Ho vissuto esperienze di preghiera-contemplazione a contatto con la natura, in particolare osservando e ascoltando il mare, ma ora mi sto aprendo a orizzonti nuovi, quelli della spiritualità ecologica. Ora sento di essere anche erede del creato e che devo esserne custode. La creazione mi appartiene, è cosa mia, fa parte della mia eredità: avere cura del prossimo, dei poveri e… del creato.
Alla luce dell’enciclica Laudato si’ sono divenuta consapevole che Dio mi parla anche attraverso la creazione, con il mio corpo, il vento, il sole, il mare. È importante fermarsi per poter ascoltare il grido di chi non ha voce: persone sfruttate, ma anche piante e animali a rischio estinzione per l’avidità di pochi ultraricchi e ultrapotenti.
La mia presenza in parrocchia e nel consiglio pastorale mi ha visto impegnata da tempo nella catechesi e nel servizio ai poveri: abbiamo investito risorse ed energie per interventi a favore degli immigrati (con la scuola di italiano), della maternità (con la presa in carico di alcune mamme) e di persone anziane sole.