Una “Chiesa più cattolica”, ovvero più inclusiva, è quella che Papa Francesco chiede nel suo messaggio per la 107esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra il prossimo 26 settembre.
Da qui, l’appello del Papa a tutti gli uomini e le donne del mondo a “camminare insieme verso un noi sempre più grande” per “ricomporre la famiglia umana e imparare a vivere insieme in armonia e pace” anche per quanto riguarda la nostra Casa Comune.
Papa Francesco nel suo messaggio guarda anche alla cura del Pianeta: anche per quello ci vuole “un noi sempre più grande, sempre più corresponsabile, nella forte convinzione che ogni bene fatto al mondo è fatto alle generazioni presenti e a quelle future”. Soprattutto senza distinzioni tra autoctoni e stranieri, tra residenti e ospiti perché è un bene comune e nessuno deve sentirsi esente dal dovere di prendersene cura.
Suor Alessandra Smerilli, responsabile economico della Commissione Vaticana COVID 19 e da poco nominata sottosegretario del Dicastero, ha sottolineato ad Arcistampa: «La commissione Covid, voluta da Papa Francesco sta lavorando alla richiesta di “preparare il futuro”: cibo, lavoro, salute per tutti sono le nostre priorità. E per tutti intendiamo proprio tutti. Come fare? Ascoltando, dando voce a chi non ha voce, mettendo insieme chi ha idee innovative e chi prende decisioni, esserci, con l’ispirazione e il realismo che solo il Vangelo può dare».
Ispirazione e realismo è ciò che manca nel dossier per il Recovery Plan inviato dal Governo Draghi alla Commissione europea. Per questo ong come Lipu-BirdLife Italia e BirdLife Europa hanno inviato alla Commissione un dossier con i punti più critici del Pnrr italiano e alcune proposte correttive.
L’accusa è di aver pensato, più che ha un Piano verde, a un Piano “grigio” che dimentica la natura. Se la cifra generale stanziata per la transizione ecologica non raggiunge il 37% dei fondi complessivi - quota minima richiesta dal Regolamento europeo - l’investimento per la biodiversità si ferma a 1,19 miliardi su 231 complessivi, corrispondenti allo 0,51%.
«Il Recovery Plan italiano contiene numerose violazioni sostanziali e formali delle regole e dei principi europei – dichiarano Ariel Brunner, capo delle Politiche di BirdLife Europa e Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu-BirdLife Italia ad Avvenire – ma soprattutto rappresenta, qualora non corretto, una clamorosa occasione persa per dare risposte concrete e rapide alla Strategia europea sulla biodiversità. Per questo è essenziale che la Commissione europea intervenga chiedendo di correggere il Piano, per coerenza con la centralità data da Bruxelles alla natura europea e per rendere davvero verde un Piano che oggi tende molto più al grigio».
Dal canto nostro, ci auguriamo che il Piano venga revisionato, ma è spontanea la domanda che ci si aggrappa al cuore: quante occasioni possiamo ancora perdere?