Il Pianeta Terra è al collasso.
Nonostante gli allarmi che risuonano da decenni, la maggioranza degli esseri umani, “animali della specie Homo”, si dimostrano incapaci di correggere i loro comportamenti predatori verso realtà “viventi” o “inanimate” (acqua, aria, minerali…) ridotte a beni “inferiori” da sfruttare a proprio piacimento.
Gli accordi internazionali per salvaguardare l’ambiente e contrastare il riscaldamento climatico impegnano soltanto chi li sottoscrive, e vengono puntualmente disattesi. Dallo storico Accordo di Parigi del 2015, per esempio, si registrano ben pochi progressi. La colpevole inerzia politica sembrava scalfita dalle possenti marce giovanili in difesa del Pianeta innescate nel 2018 da Greta Thunberg, ma la pandemia ha ridotto anche quelle a eventi online senza visibilità.
Queste pagine, però, offrono scorci di speranza: percorsi di consapevolezza che mettono in discussione l’antropocentrismo e azioni concrete che prendono forma “dal basso”. Pur nella loro “piccolezza”, diventano gradualmente capaci di arginare il disastro che incombe su molte specie viventi, inclusa quella Homo, e quasi tutte trovano ispirazione nell’appello di papa Francesco a curare la “casa comune”, l’enciclica Laudato si’ da lui pubblicata nel 2015.
Questo dossier è dedicato alla popolazione più numerosa e silenziosa del Pianeta, quella delle piante. Inizia dalle scoperte riguardanti la loro socialità: come spiega Suzanne Simard, «le foreste non sono un ammasso di alberi che competono fra loro, sono immensi e meravigliosi sistemi di cooperazione». Ma sono anche generose dispensatrici di salute fisica e psichica per gli esseri umani: lo rivelano gli studi di “medicina forestale” iniziati negli anni Ottanta in Giappone. Stefano Mancuso, direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale di Firenze, suggerisce addirittura che «la cura delle foreste dovrebbe essere un ambito della Sanità, più che dell’Ambiente».
L’iniziativa weTree, avviata da tre donne italiane di fama internazionale, promuove la “salute circolare” a partire dalla cura del verde urbano: è stata avviata l’8 marzo 2021 e ha già coinvolto enti locali, università e imprese; ora attende una più ampia collaborazione di cittadini e cittadine per diffondersi in ogni regione.
La rubrica “Passi di ecologia integrale” presenta i Circoli Laudato si’ che promuovono sui territori consapevolezza ambientale e sociale. È curata dal Movimento cattolico globale per il clima, dal 2015 attivamente impegnato a far vivere la Laudato si’ in ogni parte del mondo attraverso migliaia di iniziative. Ma anche congregazioni religiose e gruppi “non credenti” fanno la loro parte: insieme costituiscono un mosaico sorprendente di realtà che invitano a ripensare i “diritti umani” in relazione ai “diritti della Terra” e ai suoi delicati equilibri. Ne parlano “Primo piano” e “Sorelle tutte”.
“Senza frontiere” aggiorna sulle migrazioni forzate da disastri ambientali, che nel 2019 hanno causato il 75% dei nuovi sfollati interni registrati in 145 Paesi.
Sulle crepe dell’antropocentrismo, principale responsabile del disastro ambientale, comincia a emergere un nuovo concetto giuridico: il geocostituzionalismo. Si basa sull’evidenza che il vero garante del “benessere” non è lo Stato ma la Natura, e che il “contratto sociale”, fondamento della “democrazia”, debba essere preceduto da un “contratto naturale” che recuperi la compenetrazione simbiotica fra Homo e Natura.