La mobilità oggi prevalente determina quattro effetti deleteri:
• ambientale, perché l’auto a benzina, a diesel e a gas provoca l’aumento di due grandi inquinanti: le polveri sottili e il biossido di carbonio;
• umano, perché genera grande stress, soprattutto quando ci troviamo imprigionati dentro a un traffico infernale;
• economico, perché il combustibile costa caro e consuma risorse che potrebbero essere destinate ad altro;
• culturale, perché l’uso dell’auto, rispetto alle altre mobilità, inquina anche il rapporto tra le persone. Lo ha sostenuto la Pastorale sociale e del lavoro di Trento, che nel 2008-2009 ha promosso il digiuno dell’automobile nel periodo quaresimale: «Soprattutto in città, è spontaneo pensare che quello che guida l’auto davanti a me è un imbranato, … un essere incapace che mi impedisce di arrivare nel luogo dove devo giungere».
La mobilità basata sull’auto ha emarginato i mezzi pubblici, la bicicletta e soprattutto i piedi, primo veicolo datoci dal Creatore. L’automobile è pertanto la principale responsabile, seppur non l’unica, dell’attuale sedentarietà degli esseri umani, che a sua volta causa varie malattie.
Il paradosso è che poi dobbiamo pagare per “fare esercizio” in palestra, dove un tapis roulant o la cyclette diventano costosi surrogarti di una bella camminata o di una bella pedalata.
Cambiamento per necessità
La crisi economica e il caro benzina hanno incoraggiato ad usare sempre meno l’automobile e a far ricorso ai mezzi pubblici e a forme di mobilità meno costose. Da alcuni anni l’uso della bicicletta, per la prima volta negli ultimi cinquant’anni, è divenuto più popolare di quello dell’automobile: nel 2012 sono state vendute 1.748.000 biciclette, contro 1.450.000 automobili.
Ma la motivazione primaria per cambiare forma di mobilità, e farlo con urgenza, è l’inquinamento. La Pianura padana è considerata tra le aree più inquinate d’Europa. Nel 2016 l’aria di Padova è stata considerata avvelenata un giorno su tre. Irrespirabile.
Cambiamento per scelta
Da un paio di anni nelle città italiane è in atto una rivoluzione silenziosa su due ruote. La bicicletta sta diventando il mezzo di trasporto cittadino più diffuso, ma c’è anche tanta voglia di mettere in moto i piedi.
Nel 2009, in occasione del mese del creato, la Commissione nuovi stili di vita di Padova, con lo slogan “Metti in moto i piedi”, promosse una campagna sul problema dell’aria inquinata. Andare a piedi fa bene alla salute fisica e all’aria che respiriamo; è una scelta responsabile.
Il sito dei Comuni virtuosi (www.comunivirtuosi.org) divulga le politiche locali avviate in favore della mobilità sostenibile: dalle piste pedonali e ciclabili al bike- e carsharing, al piedibus, all’aumento dei tram urbani, delle metropolitane e dei veicoli elettrici.
Anche le Regioni si stanno muovendo in questa direzione. Il cambiamento, originato a livello personale, ha raggiunto il livello comunitario e istituzionale. Così la politica è progressivamente sollecitata a rispondere alla crescente domanda di mobilità alternativa.