Venerdì, 15 Luglio 2022 20:07

La grande svolta

Dalla metà degli anni Sessanta, sollecitata dalla nuova comprensione di “missione” e di “vita consacrata” espressa dal Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica vive un tempo di grande trasformazione, che raggiunge anche la congregazione delle Pie Madri della Nigrizia. Il Capitolo speciale, preparato con cura e terminato il 19 settembre 1970, costituisce una sorta di spartiacque nel modo di vivere la consacrazione missionaria, ma necessita di tempi lunghi per realizzarsi

Daniele Comboni, investito nel maggio 1872 della responsabilità della missione in Africa centrale, muore il 10 ottobre 1881, troppo presto per realizzare appieno le sue intuizioni di uno stile missionario incentrato su relazioni di rispetto e apprezzamento, non solo per i popoli “pagani” ma anche all’interno delle comunità missionarie.

Grande estimatore della donna, che intuiva indispensabile per accedere alla vita domestica delle culture africane a lui note, Comboni aveva investito molto nella preparazione delle suore perché vivessero la missione “alla pari” dei preti. La sua prematura scomparsa causa sfide particolarmente impegnative per le Pie Madri della Nigrizia.

NON SOLO “NIGRIZIA”
Per affrancarsi dal clericalismo che le relegava, anche economicamente, ai margini del Vicariato dell’Africa centrale, nel 1888 le Pie Madri stilano autonomamente un accordo di lavoro retribuito con l’ospedale austro-ungarico del Cairo e nel 1914, sempre con convenzione autonoma, iniziano addirittura a lavorare in Eritrea, varcando i limiti allora attribuiti alla “Nigrizia”.

La congregazione, seppur privata della preparazione teologica tanto caldeggiata da Comboni, grazie alle prime “superiore generali” mantiene un vivo ricordo del fondatore. L’Africa centrale rimane ambito prediletto, ma Carla Troenzi, donna semplice e intuitiva, osa spingere la presenza missionaria delle Pie Madri della Nigrizia al di là dell’Africa, raggiungendo il Medio Oriente e le Americhe. Le circostanze e il buon senso la inducono a superare il concetto geografico di missione, ma provocano al contempo un acceso dibattito sull’identità missionaria delle Pie Madri della “Nigrizia”.

ANCORA OLTRE L’AFRICA
Nel 1958, a Carla Troenzi succede Teresa Costalunga. Sebbene più formale e rigida nelle relazioni con le sorelle, non blocca lo slancio verso altri continenti: nel febbraio del 1959 Anastasia Scoffon, Albana Pellegatti, Alma Sista Moranduzzo e Agnese Tamanza arrivano in Ecuador, a Esmeraldas, e nel 1960 la congregazione inizia una nuova comunità a Corella, in Spagna, e nel 1964, per il rientro di centinaia di missionarie a seguito dei tragici eventi del Sudan e del Congo, vengono aperte altre comunità in Europa, in particolare in Italia, Svizzera e Portogallo.

RITORNO ALLE FONTI…
Il Concilio Vaticano II recupera la centralità del Vangelo e riscopre la Chiesa delle origini. Anche gli istituti religiosi sono invitati a recuperare lo spirito con cui nacquero, ovvero quell’aspetto particolare del Vangelo che sono chiamati a testimoniare: il loro “carisma”.

Le Pie Madri, che non avevano mai perso di vista Daniele Comboni, possono finalmente conoscerlo meglio e recuperare anche le Regole da lui stilate nel 1871 e allora non approvate perché considerate “poco religiose”.

Nel 1967, due anni dopo la conclusione del Concilio, la Santa Sede chiede a tutte le congregazioni di convocare un Capitolo “speciale” per recepire il “rinnovamento” sollecitato dallo stesso Concilio.

… PER RINNOVARSI MISSIONARIAMENTE
La preparazione coinvolge tutte le Pie Madri che, nel dicembre dello stesso anno, ricevono ciascuna il Questionario per l’aggiornamento della congregazione composto da due fascicoli con molteplici domande che vertono in particolare sulla finalità, la vita di preghiera e di comunità, la formazione e il governo della congregazione.

Le risposte individuali vengono confrontate nelle assemblee delle singole Regioni e inviate alla commissione che prepara il Capitolo avvalendosi di un consulente esterno.

Anche le suore appena professe e le novizie vengono coinvolte. Tra le domande che vertono sull’identità della congregazione e sulla sua finalità si legge: «Pensi sia stato rispettato il fine missionario dato dal Fondatore? Ti pare che si possa oggi limitare la nostra attività apostolica all’Africa Centrale? Non pensi che monsignor Comboni, attento come è stato ai segni dei suoi tempi, non scoprirebbe oggi i segni dei nostri tempi e non aprirebbe il cuore ad altri popoli e ad altri continenti?».

Il dibattito, già iniziato nel 1935 con l’apertura in Medio Oriente, e continuato dopo le aperture in Europa e nelle Americhe, riprende vigore.

UN CAPITOLO DAVVERO “SPECIALE”
Le risposte raccolte dalle comunità diventano l’oggetto di riflessione e discernimento del XII Capitolo generale, al quale prendono parte ben 59 comboniane e che, con una breve interruzione estiva tra le due sessioni, si protrae dal 1° ottobre 1969 al 19 settembre 1970. Il “Capitolo speciale” termina con un frutto davvero eccezionale: un documento di ben 784 pagine in cui brani di Vangelo si intrecciano con documenti del Concilio e scritti di Daniele Comboni.

Le sue cinque parti sono frutto del lavoro delle rispettive commissioni capitolari fatto poi oggetto di discernimento da parte di tutto il Capitolo.

La prima parte, introdotta dalla necessità di rinnovarsi in fedeltà alla propria specificità missionaria, si sviluppa in 250 pagine e tratta della natura e del fine della congregazione: la prima sezione dedica due interi capitoli a Daniele Comboni e alla sua eredità, la seconda approfondisce le variazioni storiche e lo stile di vita nella comunità; anche la preghiera, prima pervasa da tante pratiche di pietà, può finalmente attingere alle Sacre Scritture che il Concilio aveva restituito al “popolo di Dio”, e i voti di castità, povertà e obbedienza assumono tratti più missionari.

La seconda parte del corposo documento è interamente dedicata alla metodologia missionaria e la terza, di oltre 200 pagine, alla formazione che la rende possibile.

La quarta parte si concentra sullo stile del governo, sottolineando l’aspetto evangelico dell’autorità, e la quinta, molto più concisa, sulla gestione dei beni.

INIZIA IL RINNOVAMENTO...
I Documenti capitolari diventano la nuova bussola della congregazione e ne segnano la svolta: l’esercizio dell’autorità è da vivere come servizio e con spirito di sussidiarietà, collegialità e dialogo, la preghiera assume un respiro più biblico e, per incentivare la non facile spinta al cambiamento, lo stesso numero di delegate elette per partecipare ai Capitoli diventa maggioritario rispetto alle capitolari di diritto.

Infine, a ogni Pia Madre viene garantito di “andare in missione” e a tal fine si incoraggia l’avvicendamento nei compiti e si introduce la “rotazione” nei servizi interni. Anche quelle che, grazie al loro lavoro retribuito nelle scuole, nelle parrocchie e in alcune strutture sanitarie italiane garantivano l’autonomia economica della congregazione e non avevano mai oltrepassato i confini del proprio Paese, dovevano poter partire.

… DELLA VITA
Per orientare il rinnovamento della congregazione, dal 1971 i Documenti capitolari vengono fatti oggetto di studio e approfondimento, ma non ovunque allo stesso modo. Per esempio, la comunità di Chiswick (Londra) avvia incontri regolari ogni due settimane: la parte teologica delle varie sezioni viene spiegata da un comboniano mentre ciò che riguarda lo stile di vita e di missione della comunità viene affidato alla “superiora”. La rigidità che aveva caratterizzato le relazioni comunitarie negli anni precedenti comincia a dissolversi e talvolta emergono aperte contestazioni.

Anche in Eritrea e Brasile, come pure in alcune comunità dell’Egitto e dell’Uganda, i Documenti capitolari sono fatti oggetto di assidua lettura e riflessione per permettere all’auspicato “rinnovamento” di diventare “stile di vita”.

Le stesse comunità di “prima formazione”, come il noviziato di Buccinigo d’Erba (Como), meditano su quel frutto corposo del “Capitolo speciale” che alimenta una “nuova consacrazione missionaria”. Altre realtà, invece, ricevono i Documenti ma non ne fanno oggetto di lettura, meditazione e riflessione; per loro il rinnovamento procede a ostacoli, ma anche altrove il cambiamento non procede speditamente.

Last modified on Venerdì, 15 Luglio 2022 20:19

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