I temi trattati sono stati spunti per un colloquio allargato, invito a leggere la realtà in divenire che trasforma e sfida ad aprirsi a un futuro ancora incerto, da costruire insieme.
La mattinata è stata dedicata al tema “Fede e femminismo. Riflessioni e prospettive”, presentato da Elizabeth Green, pastora dell’Unione Cristiana Evangelica Battista a Cagliari, teologa femminista, attenta alle problematiche della violenza sulle donne.
La tematica è stata affrontata a partire dalla crisi del femminismo classico che si ritrova a confrontarsi con una realtà che sembra essere ancora più fragile di prima, dove i cambiamenti sociali ed economici non hanno intaccato le forme patriarcali, dove la ricchezza delle differenze ancora fatica a farsi strada, e dove diritti che sembravano acquisiti sono ancora una volta messi in discussione, sacrificati sull’altare dell’economia globale.
In cerca di cammini alternativi
Di fronte a questa realtà, la prospettiva proposta alla teologia femminista da Elizabeth Green è di fare chiarezza su dove collocarci, da dove partire, dove stare. Invito a stare ai confini, a scegliere la marginalità come luogo dove incontrare Dio, rendendolo centro di una prospettiva nuova, fondata sulle relazioni, sull’ascolto reciproco. Spazio che diventa Chiesa, discepolato di eguali, assemblea di cittadine e cittadini liberi. Questo spazio diviene luogo di conversione, kenosi, vocazione e chiamata al “dissesto” delle logiche di potere e sopraffazione attraverso la scelta consapevole di cammini alternativi.