Che cosa succede quando ci si incontra dopo tanto tempo? Ci si racconta il vissuto, ci si rincuora di fronte al dolore e alle difficoltà, ci si sostiene… Insomma, si condivide.
Ma questo intercapitolo si è intrecciato con due eventi ecclesiali particolarmente significativi: il mese missionario straordinario e il Sinodo dell’Amazzonia, vissuti come chiamata a rinnovare la passione di diffondere la Buona Notizia fra coloro che ne hanno bisogno, e farlo con lo sguardo di discepole che scoprono nelle “periferie” la voce del loro Maestro. Attente a Dio, presenti in tante situazioni considerate marginali, dove il diritto alla “vita piena” non è rispettato e dove gli effetti devastanti dell’incuria umana si fanno sentire. Eppure, proprio lì, si vedono anche segni di speranza, di crescita, di amore: comunità piccole e silenziose che si prendono cura del creato, reti internazionali che proteggono la vita di giovani donne e di bambini schiavizzati e venduti. Realtà diverse, dove ogni scuola diventa possibilità e dove ogni clinica è luogo di protezione della vita. Così l’annuncio si fa carne e parola per tante e tanti.
Ma come essere significative nel mondo? Ci sentiamo chiamate a osare di più, ovvero entrare a far parte del cammino di tutti i popoli, di quel movimento epocale che sta avvenendo, di quella mobilità che è onda inarrestabile di un mondo che cambia. Imparare la mobilità richiede di investire nella capacità di stare nel momento presente, nell’immergersi in ciò che oggi viviamo per poterci poi muovere ancora, andando al di là.
È cercare quelle realtà da cui ripartire, fedeli alle intuizioni di Daniele Comboni e rimettendo ogni giorno al centro ciò che nella vita è più vulnerabile e piccolo, ciò che è più ferito e impaurito. Mettere al centro la vita ferita è la vocazione che abbiamo ereditato e che oggi siamo chiamate ad attualizzare nelle tante ingiustizie che i popoli sperimentano.
Così ci siamo accorte che nella ricchezza della nostra diversità abbiamo qualcosa da offrire al mondo: una testimonianza di possibilità. È possibile vivere insieme, è possibile creare comunione, è possibile condividere la ricchezza delle nostre culture di provenienza, lasciandoci a nostra volta arricchire dalle culture in cui viviamo.