La Rete delle Nazioni Unite sulle migrazioni ha chiesto a un gruppo di Stati firmatari del Patto di assumere il ruolo di campioni nell’attuazione dello stesso. Per il loro ruolo strategico nei vari continenti, ricevono aiuto nel realizzare attività che forniscano indicazioni concrete, in forma di lezioni apprese e buone pratiche, che la Rete può poi condividere con gli altri Paesi firmatari.
In vista dell’Imrf, che registra i progressi fatti a livello locale, nazionale, regionale e globale nella realizzazione del Patto e dei suoi obiettivi, i Paesi campioni hanno elaborato un documento congiunto, nel quale si legge:
«Nel ribadire l’importanza di sforzi condivisi al fine di garantire protezione e assistenza a persone migranti particolarmente vulnerabili, incluse le vittime della tratta, ricordiamo che i Paesi di origine, transito e destinazione condividono la responsabilità di rispettare i diritti umani di ogni migrante, a prescindere dal suo Stato.
Siamo preoccupati per l’aumento di xenofobia, razzismo e discriminazione che colpiscono tante persone e famiglie migranti.
È urgente garantire una narrazione corretta, che sola può contrastare i pregiudizi sulle migrazioni.
La migrazione lavorativa apporta numerosi benefici a coloro che la vivono, alle comunità di origine e di destinazione e anche ai governi dei rispettivi Paesi: è necessario provvedere più vie legali per questo tipo di migrazione».