In risposta all’esodo della popolazione ucraina, molti Paesi dell’Unione Europea hanno adottato politiche di accoglienza particolarmente generose. Il 2 marzo scorso la Commissione europea proponeva di attivare quanto previsto dalla Direttiva 55 del 2001. Era stata adottata in risposta alla guerra nella ex Jugoslavia, che aveva generato un numero massiccio di sfollati. Grazie all’applicazione della Direttiva, la protezione temporanea è garantita a cittadini e cittadine dell’Ucraina che hanno lasciato il loro Paese a causa della guerra.
È possibile che la guerra che sta devastando l’Ucraina induca un cambiamento delle politiche migratorie finora adottate dall’Ue. Da notare che, nel dicembre 2018, dei cinque membri dell’Onu contrari al Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, tre sono Paesi Ue (Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia), come pure lo sono cinque (Austria, Bulgaria, Italia, Lettonia e Romania) dei dodici che si sono astenuti.
Finora la politica migratoria restrittiva, con muri e barriere lungo e dentro i confini, ha causato una ben documentata violazione dei diritti umani, anche in Europa.