Un passo alla volta, anche l’Arabia Saudita sta eliminando gli ultimi insensati divieti nei confronti delle donne.
Dopo la possibilità di entrare negli stadi, arriva anche il diritto di sedersi guidare. Dal 24 giugno 2018, infatti, tutte le donne possono guidare l’auto, ma anche i taxi e gli autobus pubblici.
Ad annunciarlo è stato il Consiglio della Shura: «Questa è una grande vittoria per noi - ha commentato con soddisfazione Latifa Shaalan del Consiglio - abbiamo combattuto per decenni su questo tema e ogni volta ci veniva detto che non era il momento giusto».
Le società di trasporto saudite, in questi giorni, si sono dette pronte ad assumere donne fino a un totale del 20% sul personale (circa 200.000 di posti di lavoro in più) e nel paese sono state letteralmente prese d'assalto le scuole guida: oltre 30mila le domande finora arrivate ai centri che preparano al conseguimento della patente.
Chiunque abbia compiuto il 18esimo anno di età, infatti, potrà fare richiesta per ottenere la patente di guida. Inoltre sarà possibile convertire le patenti straniere perché sono molte le donne che possiedono un documento di guida ottenuto fuori dall'Arabia Saudita, che finora non hanno mai potuto usare.
Tra le prime 10 donne a ricevere il documento ufficiale saudita, c’è Tahani Aldosemani, professoressa associata alla Prince Sattam Bin Abdulaziz University di Al-Kharj. Tahani era in possesso di una patente di guida americana che aveva ottenuto negli Stati Uniti quando studiava per il suo dottorato, ma non poteva farne uso in Arabia Saudita. «Guidare per una donna non è solo guidare una macchina – dichiara a Il Giornale -, ma aumenta la forza caratteriale, l'autostima e l'abilità decisionale».
Oltre questo, guidare è soprattutto una scelta: di partire, andare, spostarsi in modo indipendente e in qualsiasi momento. Una scelta come tante, che oggi permette alle donne arabe una vita dignitosa anche dal punto di vista morale.