Delhi. India. Erano alcune migliaia le donne che hanno partecipato alla Women March for Change.
La marcia delle donne per il cambiamento è un’iniziativa nazionale organizzata da collettivi femministi, gruppi di donne delle baraccopoli, ma anche associazioni di studenti, universitarie, insegnanti, artiste e scrittrici.
E oltre cento manifestazioni si sono svolte in altri 123 distretti, in venti Stati indiani registrando una forte partecipazione.
«Bilancio molto positivo" commenta per l'Ansa Shabhana Hasmi, attivista dei diritti delle donne, molto nota in India e portavoce delle organizzazioni che hanno lanciato la Marcia. «Questa è una manifestazione elettorale, ma siamo indipendenti da tutti i partiti: abbiamo proposto la marcia per sollecitare il voto delle donne per i loro diritti, contro la violenza e gli stupri e per dire basta alla politica dell'odio e all'attacco alla libertà e alla democrazia in corso nel nostro Paese. Abbiamo superato le migliori aspettative».
“Basta con la violenza sulle donne”, “salviamo la costituzione”, “il diritto al dissenso e l’educazione sono le basi della democrazia” sono alcuni degli slogan che hanno dato vita a questa manifestazione. Fiancheggiati dalla richiesta di libertà per Sudha Bhardwarj, l’avvocatessa accusata di essere sostenitrice dei naxaliti, in carcere dallo scorso ottobre.
L’obiettivo principale della marcia, però, era rendere le donne maggiormente consapevoli del peso del proprio voto in vista delle elezioni che si svolgeranno tra aprile e maggio 2019, nelle quali il primo ministro Narendra Modi, con il suo partito, il BJP (Bharatiya Janata Party) della destra nazionalista indù, mira alla riconferma il secondo mandato. Ma negli ultimi 5 anni in India i diritti delle donne sono stati più volte dimenticati.
Per questo la marcia era importante, le donne in questo momento rappresentano una possibilità di cambiamento per il proprio status. Rappresentano milioni di voti concreti e consapevoli per un futuro diverso.