Saffo è una famosa poetessa greca. Nasce nell’isola di Lesbo nel 600 a.C.; di famiglia aristocratica e amica del poeta Alceo, raggiunge una lirica eccelsa per lingua e musicalità. I frammenti della sua poesia anticonformista brillano nell’antica Grecia come tesoro d’arte e d’umanità.
Fatima al-Fihri al-Qurashiyya è la fondatrice della prima grande scuola islamica, al-Qarawiyyin.
Nata attorno all’800 nell’odierna Tunisia, è figlia di un ricco mercante arabo. Emigra con la famiglia a Fès, in Marocco, dove studia la giurisprudenza islamica e i detti (hadith) del profeta Muhammad. Con la cospicua ricchezza ereditata dal padre, insieme alla sorella Maryam costruisce fontane pubbliche, scuole e moschee. È lei che, nell’859, fonda a Fès la grande scuola al-Qarawiyyin, in onore dei suoi antenati arabi, e la biblioteca al-Fihri, la prima del mondo islamico, con la più antica raccolta di hadith.
L’Università al-Qarawiyyin diventa ben presto l’Atene dell’islam: oltre al Corano e alla giurisprudenza islamica, si studiavano grammatica, retorica, logica, medicina, matematica, astronomia, chimica, storia, geografia e musica. Da fonti storiche, risulta la prima università del mondo, seguita da al-Azhar del Cairo, fondata nel 975 da un’altra donna, al-Khanzidara, e dall’Università di Bologna che, nel 1088, diventa la prima in Europa.
Christine de Pizan è considerata la prima femminista della letteratura francese.
Nata a Venezia nel 1364, deve molto a suo padre, Tommaso di Benvenuto da Pizzano, medico e astrologo all’Università di Bologna. Da parte di madre è nipote di Tommaso Mondini, consigliere della Repubblica di Venezia. La sua famiglia, altolocata e ricca, si trasferisce presto a Parigi, allora grande centro europeo di cultura, dove il padre entra al servizio di Carlo V. Al padre e ai testi della biblioteca dell’imperatore Christine deve la sua educazione eccellente, decisamente inusuale per le sue coetanee. La madre avrebbe preferito che la figlia si limitasse a essere una perfetta moglie e madre: a quindici anni, in effetti, Christine sposa Étienne Castel e partorisce due figli e una figlia. Nel 1390, con la morte del marito, la vita agiata entra in crisi, ma grazie alla sua produzione letteraria la giovane vedova riesce a sostenere la famiglia. Donna singolare, partecipa alle lotte sociali e culturali del tempo e, con la sua scrittura copiosa e diversificata, che spazia dalla filosofia alla politica, fino alla lirica, divulga un nuovo punto di vista, quello delle donne. Entro un contesto socio-culturale incline a relegarla nel recinto delle mansioni tradizionalmente attribuite alle donne, Christine si afferma come personalità pubblica: la sua femminilità diventa una causa da difendere.
In La Città delle Dame, pubblicato nel 1405, Christine esorta le donne a divenire consapevoli della loro condizione e immagina per loro uno spazio di autonomia e libertà che, a quel tempo, non esisteva neppure nei conventi femminili. Dialogando con tre dame immaginarie, Ragione, Rettitudine e Giustizia, denuncia gli uomini che denigrano le donne, ritenute incapaci di pensare. Rivolgendosi a Ragione, domanda: «Dio ha concesso alle donne una grande intelligenza e un sapere profondo. Ma la loro mente ne è capace?». Nel libro osa sollevare questioni ancora attuali, come le pari opportunità educative e la violenza nel matrimonio. Cita anche grandi donne della storia umana, a partire da Maria, madre di Gesù, e Maria Maddalena.
Chissà che far memoria delle grandi donne del passato non ispiri altre donne e diventare grandi!