In 2021 è iniziato con una grande urgenza: sentire voci differenti rispetto a quelle maschili nei duelli tra uomini in politica. Basta logiche di potere, basta obiettivi di dominio e appropriazione. L’Italia ha bisogno di chiarezza. E di differenti voci.
Mentre guardiamo con preoccupazione - mista a stupore - alla nuova probabile crisi di governo e agli eventuali scenari possibili non possiamo fare a meno di notare che le voci – e i volti - sono sempre le stesse. Sono sempre maschili. Sono sempre meno credibili.
Urgono allora differenti volti. Differenti voci, ma dove ascoltarle?
Interessante, in questo tempo di incertezza, è la voce di Lucia Vantini che in una delle sue riflessioni sottolinea come sia necessario ascoltare anche le donne affinché quest’epoca di incertezza non vada sprecata. «Non in generale: le donne non sono detentrici del vero (né del falso) per natura. Si tratta piuttosto di ascoltare le molte donne che – tra infinite perturbazioni – portano il discorso sul senso della differenza sessuale, sulle differenze in cui essa storicamente si declina e sugli immaginari che le accompagnano».
E continua: «Sono le donne che hanno imparato per esperienza a diffidare dei discorsi universali, neutri, astorici e disincarnati. Continuamente ci ricordano che non basterà discutere di giustizia sociale o di fratellanza per trasformare il mondo in un luogo effettivamente ospitale per chiunque».
Sono donne che nel loro esistere alzano la voce per mandare messaggi e trasformarli in azioni.
Come Naomi Osaka, 23enne vincitrice degli ultimi US Open, che ha indossato ad ogni match che l'ha portata alla vittoria, una mascherina con scritti i nomi delle vittime afroamericane uccise da poliziotti. Naomi ha fatto qualcosa di estremamente potente e su quel campo stava umanizzando l'enorme problema della violenza della polizia contro i neri in America. Si trattava di giustizia. Si trattava di diritti umani.
Come Cathy La Torre, "l'avvocathy" con 305 mila follower su Instagram, che si batte contro tutte le forme di violenza nel nostro Paese. Ma più di vincere le cause, l’avvocata dei social vuole raggiungere ciò che ancora manca nel sistema giuridico italiano, per metterci al passo con gli altri paesi più civili e progressisti: l’uguaglianza.
Restiamo in ascolto di queste donne, di voci differenti. Oggi è questa la nostra urgenza.