«Perché non parlate della Marcia della speranza, uno degli eventi più significativi in Israele, almeno negli ultimi anni?» - lo denuncia dal suo blog Orna Raz. Con un dottorato in letteratura inglese all’Università ebraica di Gerusalemme, lo scorso novembre la blogger ha indirizzato una lettera aperta ai corrispondenti delle testate internazionali che in Israele hanno ignorato la marcia di migliaia di donne.
Le donne marciano per la pace, e i media tacciono… «La scusa è che la marcia a favore della pace non interessa i vostri quotidiani e che le notizie più importanti, in questo momento, avvengono in altre parti del mondo. Non mi sorprende che al mondo non interessino le migliaia di donne che in Israele hanno marciato per la pace. Ma se siete giornalisti in questo Paese sapete bene che Women Wage Peace è la più inclusiva organizzazione di base. Da quando è iniziata, nel 2014, raccoglie migliaia di donne, palestinesi e israeliane, di ogni classe sociale e ruolo politico».
Una cofondatrice del movimento, Marie-Lyne Smadja, aggiunge: «La storia insegna che quando le donne si coinvolgono nel risolvere i conflitti, c’è maggiore probabilità di raggiungere la pace».
Anche Leymah Gbowee, attivista liberiana e Premio Nobel per la pace 2011, ha indirizzato un messaggio alle partecipanti alla Marcia della speranza: «Il potere di generare pace è in voi!».
Le migliaia di madri e donne che hanno marciato lo scorso 19 ottobre dalle rive del Giordano, presso Gerico, fino a Gerusalemme hanno chiesto la fine del conflitto fra palestinesi e israeliani, ma sono state ignorate dai media internazionali.
«Noi donne sappiamo bene che quando apriamo la nostra mente e il nostro cuore possiamo pensare e proporre soluzioni creative» - afferma Orna. Lo stesso movimento Women Wage Peace è frutto di questa creatività: apre un ventaglio di possibilità e non presume di avere risposte.
Angelica Berrie, filippina, che ha vissuto la pacifica rivoluzione contro il presidente Marcos, plaude alle migliaia di donne, israeliane e palestinesi, che, alla fine della marcia, si sono accampate davanti alla residenza del Primo ministro Netanyahu.
Con determinazione non-violenta hanno chiesto pace.
Ma ci voleva un canto e una preghiera a dissolvere il silenzio che aveva avvolto l’iniziativa di Women Wage Peace.
La cantautrice Yael Deckelbaum, insieme alle donne del movimento, ha composto un canto, “Preghiera delle madri”, e lo ha pubblicato su youtube. È diventato subito virale.
Così, in pochi giorni, ha sopraffatto il lungo silenzio dei media internazionali e dato voce alla speranza delle donne che , anche in Israele e Palestina, agiscono per la pace.
La "preghiera delle madri" dissolve il silenzio
A fine ottobre 2016 migliaia di donne hanno marciato per la pace fra israeliani e palestinesi. In Israele i media internazionali hanno fatto silenzio. Ci ha pensato la cantautrice Yael Deckelbaum, postando su youtube il video del canto “Preghiera delle madri”, a svelare l’evento. Da dicembre questo canto rimbalza da un capo all’altro del pianeta e incoraggia chi crede nella pace.