Marianita, sorriso di Dio Marianita Montresor Laura Caffagnini
Giovedì, 22 Dicembre 2016 16:19

Marianita, sorriso di Dio

Omaggio Marianita Montresor, una donna che ha saputo tessere incontri fra credenti e non credenti, e far emergere le ragioni dell’unità nelle tante differenze.

Quel pomeriggio all’ospedale era seduta sulla poltrona.
Su un tavolino teneva la bibbia aperta, un’agenda, qualche libro. Era raggiante quel giorno. E sembrava una nota stonata per una persona che si preparava a morire. Perché della morte non si parla mai. Soprattutto in presenza di chi sta per morire. Lei invece parlava della sua morte. Ma lo faceva vivendo. E aveva come una certa impazienza. Come se non volesse perdere un appuntamento d’amore. E infatti, appena quattro giorni dopo, portata nella casa della sua amica Nora, quell’appuntamento era arrivato. E sul suo viso era rimasto un sorriso dolce, adolescente. Proprio come quando l’amore appare all’orizzonte.


Ha detto Meo Gnocchi, prima di lei presidente nazionale del Segretariato attività ecumeniche (Sae): «Ci sono morti che illuminano la vita, ne dischiudono tutto il senso, tutta la ricchezza e fecondità. Tale è stata la morte di Marianita, compimento di un cammino percorso consapevolmente e coraggiosamente per anni, vissuto con intensità e chiarezza spirituale… Sul suo volto e nel suo comportamento brillava la luce della tenerezza e della grazia. In quella grazia esteriore abbiamo colto un riflesso della Grazia che ha permeato la sua vita e si è espansa intorno a lei. E nella tenerezza dell’abbraccio eterno la sentiamo presente».

Ci siamo accolti tutti e tutte nei nostri cammini, nella chiesa di San Nicolò all’Arena, dove Marianita ha chiesto di essere salutata. Nelle nostre differenti tradizioni, credenti e non credenti; tutti accolti dallo spirito di Marianita, la sua ospitalità dolce, premurosa. Abbiamo vissuto una celebrazione ecumenica come lei ha voluto, che diceva bene di lei, di quello in cui ha creduto, dello stile in cui ha vissuto, della sua fede ecumenica, della sua umanità conviviale, della sua profezia polifonica, del suo disarmante sorriso.

Aveva pensato a questo momento, ma non tanto per lei. L’aveva pensato per noi perché potesse essere un tempo e uno spazio per ritrovare le ragioni dell’unità nelle nostre differenze.
Tutti piangevano: cattolici, ortodossi, protestanti; gli ebrei e i musulmani, e i non credenti. Tutti erano tornati a dire grazie a lei, a Dio, alla vita, per averla avuta come compagna di strada.
Mentre nel mondo si costruiscono muri e se ne promettono di più grandi, Marianita ha costruito ponti e ne ha sognati di più grandi… Ora quei sogni li consegnava a tutti e tutte noi.
La sua amica valdese Erica Sfredda ha detto: «Marianita è stata umana fino in fondo, ha conosciuto la fatica, la paura, la fame e la sete, ma contemporaneamente non ha mai dimenticato, neppure nei momenti difficili della sua malattia, che Dio la amava. Ha amato la vita fino all’ultimo giorno, continuando a ridere e scherzare, persino nei momenti in cui chiunque si sarebbe fatto prendere dallo scoraggiamento. Era grata al Padre, che le aveva permesso di essere circondata da tanto amore. Se n’è andata sorridendo, pur non avendo mai smesso di sperare di poter avere ancora un po’ di tempo qui sulla terra».
Nella chiesa risuonava la preghiera ortodossa con l’inconfondibile canto: «Dio degli spiriti e di ogni carne, che hai calpestato la morte, e hai donato la vita al mondo tuo: tu stesso, Signore, fa’ che l’anima della tua serva defunta Marianita riposi in un luogo luminoso, in un luogo verdeggiante…».
Piero Stefani, nuovo presidente del Sae, aveva ricevuto da pochi giorni il testimone da Marianita: «Il Dio della vita non ama la morte. Quando però il Drago sembra vincere, occorre sconfiggerlo con le sue stesse armi, passando attraverso il morire. Lo si vince vivendo la propria morte».  
La voce ebraica era presente con Bruno Carmi, presidente della Comunità Ebraica di Verona, ma le parole piene di shalom sono state quelle dell’amico Bruno Segre, ebreo laico, uomo di cultura e testimone di un’amicizia piena di intelligenza e di compassione. Anche un versetto del Corano ha salutato Marianita: «Giuro sul tempo – in verità l’essere umano è perdente! Tranne coloro che credono e operano il bene, e si consigliano a vicenda la Verità, e a vicenda si consigliano con pazienza». Lei ha creduto fino all’ultimo nel grande valore della reciprocità, chiedendo un funerale ecumenico.

Si dice che le stelle siano corpi morti il cui bagliore ci raggiunge dopo milioni di anni luce.
E se è così per le stelle, non potrà esserlo per le persone? Non continuerà a raggiungerci la loro luce dentro la notte? Marianita, coraggiosa e dolce, continua a brillare, stella che sorride...

Last modified on Sabato, 31 Dicembre 2016 18:04

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