Quest’anno la Giornata internazionale della donna è stata vissuta con molteplici iniziative, all’insegna della creatività: conferenze, incontri, marce, eventi culturali, e anche un’astensione dal lavoro produttivo e riproduttivo proclamata in ben quaranta Paesi.
In Italia l’iniziativa è stata raccolta e rilanciata da “Non una di meno”, con lo slogan “Se le nostre vite non valgono, noi ci fermiamo”. Pareri discordi sull’opportunità dello sciopero, cui hanno aderito alcune sigle sindacali. Gli effetti non sono stati avvertiti in molte parti d’Italia, ma il carattere internazionale dell’iniziativa è certamente degno di nota.
Ci piace pensare a un coordinamento internazionale, che incoraggi una trasformazione culturale davvero necessaria.
Oltre a leggi e a politiche di sostegno alla famiglia e alle tante donne che devono conciliare gli orari di lavoro e i tanti servizi a casa, che sono molteplici e senza orario, serve la convinzione di uomini e donne, insieme, a condividere maggiormente le responsabilità di cura, anzitutto in famiglia.
Forse può far sorridere, ma un anno, in Kenya, la Giornata internazionale della donna fu celebrata con una simpatica “inversione dei ruoli”: quel giorno furono gli uomini a “cucinare” per le donne.
E se lo facessero più spesso, in quaranta Paesi, e non solo l’8 marzo?