In un Paese che esporta il 90 per cento del petrolio estratto, da dove cominciare per portare l’energia elettrica ai 198 milioni di persone che vi abitano?
Secondo quanto riporta la Thomson Reuter Foundation, è questo l’obiettivo che la Nigeria vuole raggiungere entro il 2030. La stampa Italiana tace, ma oggi, nella Giornata Mondiale della Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo, vale la pena parlarne.
Mentre l’UE vara piani per aiutare i migranti “a casa loro”, in Nigeria le donne si rimboccano le maniche, diventano imprenditrici e si propongono per raggiungere obiettivi legittimi e necessari per tutto il Paese.
È questo il motivo per cui sono nate campagne come Power for All, che punta a promuovere l’energia rinnovabile decentralizzata come l’approccio più rapido, economicamente efficiente e sostenibile per l’accesso universale all’energia. A lanciarla, nel 2016, fu Ify Malo, avvocato e imprenditrice, che di recente ha avviato un programma con il quale vuole formare giovani imprenditrici nel settore fotovoltaico, dando loro la possibilità di diventare produttrici e distributrici di energia elettrica da fonti rinnovabili.
In Nigeria poi, c’è Damilola Ogunbiyi, ingegnere e prima donna a guidare la principale agenzia della Nigeria (Rea) responsabile della fornitura di elettricità alle comunità rurali. Senza contare le iniziative di sviluppo completamente dedicate alle donne, che puntano a migliorare l’economia rurale e la sanità, fornendo forni e lampade nuove più efficienti per cucinare e illuminare le proprie abitazioni.
Allora condividiamo l’invito che in questa giornata le Nazioni Unite rivolgono al mondo: «Impegniamoci nel compiere azioni concrete che possano essere d’aiuto nell’accrescere la consapevolezza globale dell’importanza del dialogo fra differenti culture».
Perché per aiutare davvero, per aiutare con il cuore, bisogna prima di tutto, fare attenzione, ascoltare chi, di fronte a noi, sta chiedendo aiuto.