A 25 anni dalla Conferenza di Pechino, la donne presentano: Il cambiamento che vogliamo.
Un Position Paper di sette punti redatto da un gruppo eterogeneo di associazioni femminili e femministe, ong ed esperte coordinate dalla rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re, per combattere le disuguaglianze di genere. Proprio nell’ottica di ripartire con una società più equa e un’economia nuova post-Covid, le donne tornano a prendere posizione e a far sentire la propria voce con proposte concrete.
L’obiettivo di tutte è contrastare le sempre più profonde differenze sociali, economiche e di genere, risollevando la società dal fallimento - accentuato dalla crisi della pandemia - dell’attuale sistema economico e politico.
Sette i punti in cui si articola il documento:
1. Sviluppo inclusivo, crescita condivisa e lavoro dignitoso
2. Povertà, protezione sociale e servizi sociali
3. Violenza maschile contro le donne
4. Partecipazione, accountability e istituzioni gender-responsive
5. Società pacifiche e inclusive
6. Protezione, conservazione e rigenerazione dell’ambiente
7. Istituzioni e meccanismi per l’uguaglianza di genere.
Un documento nazionale, il Position Paper, ma talmente chiaro, preciso e concreto da renderlo perfetto anche in una contestualizzazione internazionale. Basti guardare alla rilevanza data al contrasto alla violenza, obiettivo che guarda al Paese, ma anche al mondo.
Proprio in questi giorni l'Ombudsman - Difensore del popolo – peruviano ha reso nota una statistica che denuncia solo nei primi sei mesi del 2020 la scomparsa di ben 2.457 donne per lo più minorenni, in media 14 al giorno, e una ogni due ore. Osservando esclusivamente il periodo della quarantena ordinato da marzo dal governo per lottare contro il Covid-19, l’istituzione ha precisato che sono stati segnalati 1.100 casi di donne scomparse, delle quali 309 maggiorenni e 791 bambine o adolescenti.
Altra proposta, estendibile al mondo intero, è l’inserimento delle organizzazioni femminili come soggetti chiave per la riduzione o la trasformazione delle situazioni di conflitto. È quello che hanno autonomamente fatto le donne israeliane poche settimane fa per concordare una soluzione negoziata tra i due stati del conflitto israelo-palestinese.
Il documento parla poi di ambiente, istruzione e istituzioni: tutti ambiti in cui una maggiore presenza femminile con equità di ruoli e poteri decisionali potrebbe dare la svolta di cui il nostro paese e il nostro mondo ha bisogno.
Forse, il primo vero obiettivo di queste donne e di tutti e tutte noi dev’essere solo uno: rendere il mondo un paese per donne.