Perché la diversità culturale è importante?
Secondo quanto riportato dall’Onu, tre quarti dei principali conflitti mondiali hanno una dimensione culturale.
Colmare il divario tra le culture è urgente e necessario per la pace, la stabilità e lo sviluppo. La diversità culturale, infatti, è una forza trainante dello sviluppo rispetto alla crescita economica, al progresso intellettuale, emotivo, morale e spirituale.
Una risorsa indispensabile per la riduzione della povertà e il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile.
Allo stesso tempo, il riconoscimento e l’accettazione della diversità culturale favoriscono il dialogo tra civiltà e culture, il rispetto e la comprensione reciproca. Le donne sono le prime portatrici di questo modo di pensare. In tutto il mondo.
A un anno dalla fondazione della loro associazione Opera Omnia, un gruppo di donne valdostane (dai 25 ai 62 anni) ha avviato una serie di progetti in Senegal. Un’idea unica nel suo genere di pensare alla solidarietà, un approccio che non scinde sostenibilità e sviluppo, diritti e doveri. Come ha detto Caroline Bionaz, assicuratrice di Aosta, consigliera per la parte ambientale e agricola nell'associazione, a La Stampa: «Quello che cerchiamo di fare è analizzare le situazioni stando sul posto, abitando nelle famiglie del luogo e raccogliendo le richieste che ci vengono fatte, ma strutturando la risposta su una visione a lungo termine, sostenibile e rispettosa del contesto».
Donne in prima linea per difendere lo sviluppo culturale, si sono viste anche a Roma, la scorsa settimana, durante l’incontro Africa/Europa: due continenti, un futuro. Sfide comuni e questioni aperte, alle soglie delle elezioni europee.
All’avvicinarsi delle elezioni che guardano all’interno del nostro continente, l’evento è stato un’occasione per guardare fuori, e parlare di due Paesi legati a doppio filo da sfide comuni, tensioni, problematiche irrisolte e futuro. Con un focus particolare sugli interventi in Sud Sudan. Un momento di confronto per capire come trasformare l’energia in potenzialità, la distanza in impegno reciproco, ma anche un approfondimento sui vari aspetti legati alla cooperazione italiana ed europea nell’Africa sub-sahariana.
E ancora, in Brasile da tempo diverse credenze si sono unite contro l'intolleranza religiosa. È in atto un’analisi per il rapporto "Intolleranza religiosa in Brasile". I risultati saranno utilizzati per monitorare la discriminazione e soprattutto trovare finalmente soluzioni costruttive.
Noi lo auguriamo di cuore!