Dal 6 al 27 ottobre 2019 si celebra a Roma l’Assemblea speciale del Sinodo sull’Amazzonia, convocata da papa Francesco sul tema “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale”. Più di 170 popoli indigeni hanno partecipato al processo di ascolto sinodale; tra questi evidenziamo i Wapichana e Macuxi dello Stato di Roraima, Brasile; Yekuana e Yanomami dello Stato di Bolívar, Venezuela; Tuyuka, Tukano e Tikuna dell’Alto Solimões, Stato di Amazonas, Brasil; Aweti, Kalapalo, Kamaiurá, Kuikuro dello Xingu, nello Stato del Mato Grosso, Brasile; Gamela dello Stato del Maranhão, Brasile; Wampi dell’Amazzonia peruviana; Suruí, Gavião e Uru-eu-wau-wau dello Stato di Rondônia, Brasile.
Il processo di preparazione del Sinodo ha segnato profondamente il cammino della Chiesa cattolica nella “grande Amazzonia” e rappresenta un’opportunità per fare memoria, riconoscere gli errori e i successi del passato, e ridefinire nuovi progetti alla luce della Teologia della Creazione. Nella prima fase di preparazione, ho partecipato attivamente all’elaborazione di strumenti pedagogici per l’ascolto sinodale, come per esempio as rodas de conversa, “i circoli per il dialogo”. Abbiamo poi seguito diverse assemblee territoriali nell’Amazzonia brasiliana. Questo ci ha permesso di testare il coinvolgimento della gente nel processo sinodale.
Nella seconda fase, ho contribuito a sintetizzare tutto il materiale raccolto: quasi ottocento relazioni provenienti da oltre 160 popoli indigeni, dalle comunità quilombolas e da altri popoli tradizionali della Panamazzonia. Tutto è stato raccolto, sistematizzato ed elaborato nell’Instrumentum laboris, un documento di poco più di 50 pagine, suddiviso in 147 paragrafi tematici che facilitano la lettura e la comprensione. Il documento raccoglie le voci ascoltate e, al tempo stesso, ritorna alla base per alimentare nuove riflessioni e nuovo ascolto. Seguendo la metodologia partecipativa del processo sinodale, i rappresentanti del Consiglio sinodale realizzeranno diversi studi di approfondimento delle questioni presentate nell’Instrumentum laboris. La loro finalità è offrire ulteriori contributi per la stesura del documento finale. In questo processo di rinnovato ascolto e sistematizzazione, i comitati locali e regionali della Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) assumono l’importante ruolo di animare le comunità locali e i diversi gruppi di riflessione, per dare continuità al processo partecipativo. (M.M.d.O.)
Dal giugno 2018 al gennaio 2019 sono state raggiunte e consultate centinaia di comunità, nelle periferie delle grandi città, nell’interno e nelle aree di foresta. Sono state coinvolte attivamente più di 86.000 persone, che hanno studiato i temi del Sinodo e hanno potuto esprimersi al riguardo.
Sono stati consultati e ascoltati con diverse modalità, cercando di garantire al massimo il rispetto della pluralità culturale e anche religiosa, 172 popoli indigeni, che rappresentano il 44% di tutti i popoli indigeni che vivono nella Panamazzonia.
Dal Sinodo mi attendo una posizione forte e decisa della Chiesa in difesa del diritto delle comunità alla vita e alla permanenza nei loro territori. Un’opzione chiara a fianco delle comunità che non accettano i grandi progetti minerari o le grandi infrastrutture di saccheggio dei beni della natura.
Credo che le intuizioni del Sinodo riguardo alla questione economica e la novità permanente, finora trascurata, della proposta indigena saranno riprese e sviluppate nell’incontro sull’economia convocato da papa Francesco ad Assisi nel mese di marzo 2020.
Se ci sarà un’Esortazione postsinodale, probabilmente sarà pubblicata proprio in quel periodo, collegando ancor di più i due processi che reciprocamente si ispirano. (D.B.)