Da sempre sono stato affascinato dal mondo produttivo e dalle sue logiche culturali. Sono due i motivi per cui ho scelto di studiare Economia all’Università di Padova: il primo è la breve distanza dalla mia famiglia e il secondo è la dimensione più ridotta e umana rispetto ai grandi atenei. Durante gli anni universitari ho avuto l’opportunità di studiare in Francia e negli Stati Uniti e di avere una breve esperienza lavorativa in Belgio. Opportunità ed esperienze che hanno ampliato in me la visione internazionale e rafforzato la consapevolezza dei miei punti di forza e dei miei limiti.
Sosta generativa
Il percorso dell’anno sabbatico è partito dopo sei anni di lavoro molto intenso in cui avvertivo chiaramente la necessità di una pausa per recuperare forze, energie e ispirazioni. Avevo già visitato il Brasile ed ero rimasto affascinato dalla speciale energia umana che emergeva sulle piazze e per le vie del Paese. Inoltre desideravo conoscere una nuova cultura e una nuova lingua. La mia famiglia non mi ha mai ostacolato nelle scelte, ha sempre rispettato le mie decisioni e incoraggiato le mie azioni. I diciotto mesi trascorsi in Brasile hanno influenzato il mio modo di pensare e di percepire le situazioni.
Dopo un periodo a Rio de Janeiro sono stato a Trancoso assieme a due miei amici, Wilbert Das e Bob Shevlin, conosciuti negli anni universitari quando rappresentavano le vere colonne portanti dell’azienda fashion Diesel con sede a Breganze, nel vicentino. Mi hanno trasferito tante delle loro esperienze sulla marca, sul prodotto e sulla comunicazione. In modo particolare Wilbert Das, una mente davvero illuminata, è per me fonte di grande ispirazione professionale e umana.
Un’isola nel cielo
L’idea di realizzare Sky Island nasce in Brasile, dopo aver trascorso tre anni in Lussemburgo. Mi piaceva l’idea di lavorare su progetti che avessero un’identità distintiva così forte da fluttuare al di sopra dei luoghi comuni propri della normalità e del tempo. Sky Island letteralmente significa “isola nel cielo”. Realizzandola ho abbandonato percorsi più facili e più veloci di carriera professionale, dedicando tempo a progetti con valori e identità nei quali mi identifico totalmente. Progetti con un’anima forte e profonda.
Impresa “controcorrente”
Fonte Margherita è un vero amore a prima vista. Bevevo quest’acqua minerale da bambino e mi affascinava la sua storia, che risale addirittura al 1845. L’impresa ha sede in un ambiente meraviglioso, che amo, immerso nel verde delle Piccole Dolomiti. La comunità che vive nella valle è molto affiatata e solidale e, da subito, mi sono sentito apprezzato e benvoluto. In ciò ritrovo l’ambiente e l’accoglienza brasiliana.
L’esperienza in Melegatti, invece, nasce la scorsa estate, dalla telefonata di un caro amico, Giacomo Spezzapria, attuale presidente della società. Quando mi è stata offerta l’opportunità di contribuire al rilancio di un marchio che fa parte del patrimonio italiano, ho avvertito dentro di me una forte energia e non ho esitato ad accettare.
Economia con l’anima
L’economia tende a sovrastimare parametri misurabili, quali fatturato e profitto, e a sottovalutare la parte immateriale: i valori, l’etica, la salvaguardia dei territori, delle comunità e dei patrimoni locali.
Per “noi”, perché siamo un team, i progetti devono avere un’anima che si manifesta nella forte riconoscibilità da parte dei dipendenti e, in generale, di coloro che sono coinvolti nei valori della marca, dell’azienda e delle modalità di sviluppare il progetto.
Le sfide più importanti sono legate alla salvaguardia dell’occupazione, alla tradizione produttiva e culturale del territorio e alla rivitalizzazione di marchi storici che fanno parte del nostro patrimonio comune. Fonte Margherita presta la massima attenzione ai temi della sostenibilità ambientale: è l’unica azienda veneta, e tra le poche in Italia, a imbottigliare esclusivamente in vetro con vuoto a rendere.